Alessio Miccichè ci presenta il suo progetto “one man band”, ADM project, con la collaborazione di artisti che hanno la sua stessa visione musicale.
- Luigia Tamburro
- 28 giu
- Tempo di lettura: 5 min

ADM project ha una visione ampia e potentissima della vita; attraverso la musica vuole trasmettere questo senso di connessione con l’universo e con tutto ciò che ci circonda.
La musica diventa un ricettario sperimentale dove ogni onda diventa una particella piena di energia esplosiva.
Alessio Miccichè ci presenta la sua mission musicale grazie ad una vasta gamma di brani scritti in collaborazione con artisti sempre diversi in base al tipo di visione che vuole rappresentare.
Di dove sei e come la tua città ti ha influenzato artisticamente.
Sono nato e cresciuto a Milano, classe 1984. Milano è sempre stata una città vibrante, ricca di iniziative culturali e eventi musicali di ogni genere. La sua scena musicale è stata molto dinamica, con concerti dal vivo, festival, e locali che offrono musica per tutti i gusti, dal jazz al rock, dalla musica elettronica alla musica classica.
Purtroppo, negli ultimi anni, la scena dei gruppi emergenti a Milano è calata molto, e ormai è difficile trovare un locale dove poter esibirsi e farsi conoscere.
Raccontaci il tuo percorso musicale dalle origini fino ad oggi.
Da piccolo ho sempre avuto un'educazione rivolta alla musica. Mio padre, Osvaldo Micciche, noto discografico, è riuscito a trasmettermi la sua passione per l'arte e la creatività. Ricordo che un giorno, quando avevo circa 13 o 14 anni, ero in casa con la musica a tutto volume (credo Vasco Rossi o gli America... non ricordo) e facevo finta di suonare la chitarra. Mio padre mi osservò e tirò fuori la sua chitarra acustica, una Washburn degli anni '80. Da lì è iniziato il mio percorso da chitarrista autodidatta. Nel corso degli anni ho vissuto diverse esperienze musicali, tra cui un gruppo storico formato da amici di lunga data, chiamato Aliante70. Ora, in solitaria, ma con il supporto di diversi amici musicisti, continuo a scrivere e realizzare brani inediti.
Quando hai capito che fare l’artista era la tua strada? C’è stato un evento in particolare che te lo ha fatto comprendere?
Credo che considerarmi "artista" sia forse un po' troppo. Ad ogni modo tutto è nato un po' per gioco: ho iniziato con piccoli gruppi di cover band, per poi passare a realizzare brani inediti. Ricordo ancora il mio primo vero live con un gruppo chiamato i Woodcalumet, in un locale alle porte diMilano. Quell’esperienza mi diede una spinta emotiva così forte che mi ha portato a credere di avere qualcosa da dire musicalmente.
Raccontaci l’iter del processo creativo che segui per la creazione di un brano e da cosa ti lasci ispirare.
Di solito le idee vengono da sole, non mi obbligo a scrivere, ma lascio che siano le emozioni del momento a guidarmi. Inizio sempre con una semplice sequenza di accordi alla chitarra e registro quasi tutto. A volte l’idea iniziale è la migliore, altre volte riprendo idee che avevo scritto in passato, arricchendole con la maturità musicale che continuo a sviluppare nel tempo. Quando ho un’idea chiara del brano, la condivido con alcuni amici musicisti, ognuno specializzato in strumenti diversi come basso o batteria o le voci. A quel punto, lascio a loro la libertà creativa per sviluppare le proprie parti. Successivamente, si passa al processo di arrangiamento e al mixaggio del brano.
Parlaci del progetto ADM Project: come nasce e che obbiettivo ha?
ADM Project ( acronimo del mio nome, Alessio Davide Miccichè) nasce da un’esigenza personale di portare a termine molte idee musicali che, fino ad ora, non sono mai riuscito a concretizzare completamente. È un progetto che si definisce “one man band”, ma che coinvolge anche la partecipazione e la collaborazione di diversi musicisti. L’obiettivo? Creare bella musica, secondo la mia visione.
Descrivici il brano che ti descrive meglio e perché?
Domanda complessa! Se ti riferisci a un brano di qualcun altro, direi sicuramente "Inner City" di Marvin Gaye, un pezzo soulful che, a mio parere, ha un potere musicale davvero unico. Se invece la domanda riguarda un mio brano, allora sceglierei "I Colori della Terra", un pezzo a cui tengo molto e che uscirà entro la fine del 2025. Spero di aver risposto al meglio!
Parlaci del significato della copertina del brano: “le corde del desiderio”.
"Le Corde del Desiderio" è un brano che esplora le emozioni profonde e le tensioni invisibili che legano i nostri desideri più nascosti.
Un brano colto a descrivere come i desideri ci legano e ci muovono, rendendo tutto più intenso e vibrante. Da qui nasce l'idea di rappresentare simbolicamente le corde che si estendono verso l'infinito.
- Perché questo titolo?
Nasce dall'idea citata sopra e mette in risalto maggiormente l'emozione che trasmettono le corde di chitarra e di basso
Come si struttura una tua performance dal vivo?
Al momento, il progetto non prevede eventi live, ma sicuramente in futuro ci saranno. Restate sintonizzati!
Raccontaci una tua giornata tipo.
Oltre a essere musicista, mi occupo anche di Web Design per una società di sviluppo software. Passo molte serate e notti davanti al banco mixer, dedicandomi al mixaggio e alle registrazioni.
C’è qualche artista del passato da cui hai preso ispirazione?
Altra domanda difficile! Sia passato che presente.. ne ho davvero tanti. Come chitarrista, sicuramente penso a David Gilmour, ma anche alle chitarre degli Shadow o degli America. Nel panorama italiano, posso citare Rino Gaetano, Lucio Battisti, oppure l’unica intramontabile Mina.
Come curi il look artistico?
Mi piace sentirmi a mio agio in modo semplice e naturale. Di solito, preferisco il total black.
Se potessi rinascere in quale periodo musicale sceglieresti di vivere?
Nel 1850, avrei voluto conoscere Richard Wagner . Altrimenti, ti direi gli anni '70, un periodo in cui c'era molto da dire e le persone ascoltavano davvero. All'epoca si posizionava il vinile per ascoltare musica, per poi passare alla cassetta o al CD.
Ricordo ancora quando per ascolatre un brano preferito, mi mettevo alla radio e attendevo il momento del passaggio per registare sulla cassetta. Era fantastico! Ora tutto è alla portata di tutti, ma gli ascolti si sono ridotti al canonico 5 secondi, dettato da un banalissimo social network.
Non sono una persona contraria ai social, anzi, li considero un mezzo potentissimo. Tuttavia, negli ultimi 5-7 anni, la nostra attenzione si è notevolmente ridotta.
Come gestisci l’ansia da prestazione prima di una performance?
Al momento, non facendo live molto bene. 😊 Tuttavia, alle volte, sento pressioni da prestazione durante la fase di registrazione, e anche quella non va sottovalutata.
Ad ogni modo credo che quando ami fare qualcosa che ti piace veramente, l’ansia la trasformi in adrenalina e diventa tutto più facile!
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