Già la copertina dell'album ci dà un'idea di quello che andremo a scoprire con l'artista di oggi.
Un pianoforte immerso in un'atmosfera suggestiva, quasi onirica, sospesa. Un pianoforte che sembra navigare attraverso nebbia ed emergere dal mare.
Questo è ciò che mi evoca la misteriosa immagine qui sopra.
Non a caso il titolo dell'album è pianosphere, che sarebbe l'unione di due parole come piano e atmosphere, per l'appunto piano e atmosfera.
Questo ci suggerisce che ciò che andremo ad ascoltare sarà inserito in un contesto che porterà l'ascoltatore a vivere un'esperienza immersiva tra suoni elettronici, sintetizzatori etc...al fine di reinterpretare, in chiave contemporanea, alcuni dei brani dei compositori più significativi della storia della musica classica.
il contributo di Andrea Barone è quello di aver dato un valore espressivo supplementare a brani già consolidati nel tempo, accreditandogli un significato nuovo: dark, profondo e vibrante.
E adesso lascio la parola al vostro ascolto.
Ma ritorniamo al nostro artista...
- Chi è Andrea Barone? Da dove viene e come la città di origine ha influenzato il suo percorso artistico?
Sono un musicista e insegnante di musica della provincia di Salerno, nato a Nocera Inferiore e residente a Nocera Superiore. La mia zona di origine è sicuramente sede di una forte tradizione musicale popolare, ed è un luogo in cui c’è sempre un forte fermento di artisti e musicisti. Poi potrei aggiungere che mio padre, originario di Nocera, mi ha avviato alla musica, poiché da ragazzo ho iniziato a suonare su una sua vecchia tastiera.
- Raccontaci la tua formazione musicale.
Ho studiato pianoforte classico concludendo da privatista il percorso del vecchio ordinamento, diplomandomi col maestro Giuseppe Squitieri al conservatorio di Salerno. Nello stesso conservatorio ho studiato composizione applicata alle immagini e multimediale. Agli studi classici ho sempre affiancato gli studi di musica moderna, pianoforte moderno e tastiere, armonia moderna, musica al computer.
- Quanti strumenti sai suonare oltre al pianoforte?
Sono anche un tastierista. Anche se dal punto di vista dell’esecuzione tecnica hanno molto in comune con il pianoforte, le tastiere elettroniche e i synth sono un universo a parte, uno strumento che richiede competenze e capacità diverse, nella scelta, programmazione, cura e modifica dei suoni, nella preparazione della performance sia live che in studio. Poi strimpello la chitarra, solo per divertimento, anche se alcune mie canzoni le ho composte suonando accordi con la chitarra acustica.
- Da cosa nasce “Pianosphere”?
Pianosphere nasce dalla mia passione verso mondi musicali molto differenti tra loro. Amo la classica, l’ambient, le colonne sonore, il rock anni ’70. Mi è venuto naturale quindi unire il pianismo, il mondo delle tastiere e l’ambient, provando a tirare fuori qualcosa di interessante, cercando nuove potenzialità timbriche ed espressive in brani classici per pianoforte molto conosciuti ed ampiamente eseguiti.
- Pianosphere sembra essere l’unione di due parole: Piano e Atmosphere. Ci spieghi il significato del titolo?
È esattamente l’unione di queste due parole. Per mesi ho ragionato sulla scelta del titolo, fino a realizzare che ce l’avevo sotto gli occhi. I suoni di synth utilizzati provengono tutti dal synth virtuale Omnisphere, un software incredibile che utilizzo da anni. Il titolo Pianosphere racchiude i due elementi fusi all’interno dell’album, ossia il piano classico e l’ambient moderno, nel tentativo di creare una atmosfera moderna attorno a sonorità classiche.
- Quali sono gli strumenti che hai utilizzato per reinterpretare questi brani?
Come dicevo prima ho utilizzato il synth Omnisphere, poi i piani elettrici virtuali Keyscape, lavorando con il software Cubase e registrando con una tastiera Roland.
- Spiegaci come è avvenuto il processo creativo che ti ha portato a creare questo album.
Qualche anno fa ho realizzato una versione per synth e piano elettrico di un brano di Arvo Pärt, compositore che ho approfondito durante i miei studi di composizione. Il brano è Spiegel im spiegel, originariamente scritto per violino e pianoforte. Di questo brano ne esistono però tante versioni, che al pianoforte affiancano uno strumento sempre diverso. Pensai quindi di realizzarne una versione con suoni elettronici, presente sul mio canale YouTube. Da lì mi venne l’idea di registrare un intero album di brani così concepiti. La gestazione dell’idea è durata vari anni, così come la messa in opera, ho cercato di curare al minimo ogni dettaglio, e di rispettare le partiture originali, così belle, immortali e quasi “intoccabili”.
- Hai mai fatto un concerto live? Se sì, dove?
Non ho mai tenuto un concerto live dei brani di Pianosphere, ma suono da molti anni come tastierista e pianista in varie formazioni e progetti, sia live che in studio.
- Da quali temi ti lasci ispirare per suonare?
Adoro i temi da colonna sonora, sono i miei preferiti, essendo anche un amante del cinema. Mi piace molto anche quando la musica classica viene utilizzata nei film, assumendo nuove valenze espressive e allo stesso tempo conferendo espressività alle scene. Ho parlato di questo in un mio saggio pubblicato qualche anno fa, Soundtrax, che tratta della musica contemporanea impiegata nel cinema d’autore.
- Raccontaci una giornata tipo nel mondo di Andrea Barone.
Normalmente la mattina vado a scuola a insegnare musica, il pomeriggio o la sera mi dedico a suonare o a lavorare ai miei progetti, e alle esibizioni live. Nel tempo che mi rimane continuo a studiare, e a dedicarmi ad altre passioni come guardare film, leggere, scrivere.
- Com’è il rapporto con i tuoi allievi? (Ho letto dal profilo Instagram che sei anche maestro di musica).
Sì, attualmente insegno sia Teoria, analisi e composizione in un liceo musicale che musica in una scuola media. Cerco sempre di far appassionare gli allievi alla materia, ponendomi, prima che come insegnante, come musicista che cerca di utilizzare e mettere a disposizione le sue conoscenze e la sua esperienza per far comprendere concetti e nozioni, il tutto al servizio della musica e dell’amore verso di essa.
- Che cosa vuoi trasmettere attraverso la musica?
È una domanda alla quale non è facile dare una risposta non banale. Cerco di trasmettere quanto di inspiegabile appartiene alla musica stessa. L’emozione di godere delle espressioni più profonde dell’animo umano. L’uomo ha il potere di creare e diffondere bellezza in un mondo in cui l’arte è uno dei più potenti rimedi contro la finitezza dell’esistenza e le difficoltà della vita. La bellezza salverà il mondo, come scrisse Dostoevskij.
- Progetti futuri?
Tra inverno e primavera prossimi uscirà il secondo volume di Pianosphere. Poi ho un progetto un album di mie composizioni originali, e alcune collaborazioni come tastierista e arrangiatore con il Trees Music Studio, uno studio di registrazione di Cava de’ Tirreni.
Link per ascoltare l'album:
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