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Immagine del redattoreLuigia Tamburro

"Salvami e rivela la parte più oscura di me stesso": Chi è William Bella in arte Ribella.

Il brano ha un sound accattivante, che ti trascina direttamente lungo il focus in cui l'artista vuole arrivare, ovvero chiedere aiuto per salvarsi da un futuro che ritiene avverso e dispersivo.

Una richiesta di aiuto che rivolge al suo pubblico di fan per sostenerlo nella sua live (sia in senso artistico che a livello umano).

Save me, il titolo del brano abbraccia tutte le problematiche sociali e culturali di cui le nuove generazioni portano il peso.

Gli interrogativi che si pone l'artista riguardano un domani incerto, privo di punti di riferimento e modelli da seguire. I giovani sono canne al vento prive di un'identità solida, che non sanno più a chi e a cosa appartenere.

E allora è in questa vacuità della vita che Ribella si affida al potere magnetico ed unificante della musica, in particolare della chitarra elettrica che in Save me fa da coprotagonista insieme alla voce ed al testo tagliente dell'artista.



- Da dove vieni e come la tua città ti ha influenzato artisticamente?


Vengo da Catania, in Sicilia, ed inevitabilmente essere nato e cresciuto qui, nel profondo sud, mi ha influenzato parecchio. Vivere in Sicilia vuol dire non avere molte opportunità artistiche (mancanza di eventi, spazi in cui esibirsi...) e dunque doversele creare, vivere in sicilia vuol dire vivere in una terra martoriata, essere quotidianamente a contatto con una realtà abbandonata dalle istituzioni e i miei testi sono dunque lo specchio di ciò che vivo, in quanto siciliano, in quanto catanese, ancor prima di essere italiano.


- Durante l’intervista ho notato che dietro di te c’era un tendone verde. Da dove ti sei collegato?


Dal mio bunker segreto ubicato in Kazakistan. No, seriamente.. Ero a casa mia, ho un green screen perché tra le tante cose che faccio e che ho fatto ci sono state pure delle live streaming su twitch, dunque sono attrezzato.


- Raccontaci il tuo percorso musicale, dalle origini fino ad oggi.


Parto dal presupposto che non ho mai sentito l'esigenza di fare musica all'inizio bensì mi sono avvicinato nel 2016, spontaneamente, alla cultura hip-hop tramite il freestyle. Improvvisare su una base parlando di ciò che sentivo, sfogandomi, era un qualcosa che mi faceva stare benissimo e dunque, allenamento dopo allenamento, sono migliorato e ho deciso di provare a scrivere i primi brani. Tutto diventa più concreto quando nel 2018, in seguito all'occupazione dell'ex Hard Rock Cafè divenuto poi CPO Colapesce, io ed altri amici fondiamo la SOS Still on The Street, una crew autogestita con sede nel Centro Popolare, in cui abbiamo costruito uno studio di registrazione che chiunque avrebbe potuto utilizzare per le proprie canzoni pagando una cifra simbolica di 3€. Proprio lì ho registrato i miei primi brani, tra cui "Questione Sociale" e "No Bullshit". Dal 2018 al 2019 abbiamo organizzato tanti eventi, cantato in diverse parti della sicilia, partecipato e vinto battle di freestyle, e siamo anche riusciti a scioglierci, nonostante ciò quasi tutti abbiano mantenuto i contatti. Dopo quest'esperienza entro a far parte del roster della Black House Factory, un etichetta indipendente catanese, con cui ho pubblicato il mio primo album "Darkside", diversi singoli, tra cui "Balotelli Freestyle", "Ballo nella pi" ed un EP, "095420" distribuito da Artist First. 095420 diventa anche il nome del brand di abbigliamento che sempre in quell'anno ho fondato. Dopo il covid anche la BlackHouse si scioglie e torno indipendente, a fine 2022 esce il mio secondo album "Giovane Ribella" e dal 2023 ho deciso di intraprendere un progetto artistico diverso da ciò che ho sempre fatto, ideando e progettando delle canzoni più pop / indie / rock / punk e chissà cos'altro ancora. "Ti farò una foto" è stata la prima canzone su questo mood.


- Hai mai partecipato ad un freestyle? Se sì, condividi con noi l’esperienza.


Come si evince largamente da ciò che ho scritto sopra la risposta è.. no! Ma tornando ad essere seri.. Il freestyle è un esperienza bellissima, a me piace quando viene fatto senza limiti di tempo, tra amici, senza l'obiettivo di sfigurare l'avversario a suoni di stile bensì parlare, sfogarsi e raccontare ciò che si vuole. Non per questo disprezzo le battle di freestyle, a cui ho partecipato, che ho vinto, e in cui il focus si sposta sull'ingegno che i freestyler hanno nel trovare, in pochissimo tempo, delle combinazioni liriche e stilistiche letali.


- A che genere possiamo collocare il brano “Save me”?

Credo che da un punto di vista melodico sia una traccia punk, senza però specificare alcun sottogenere. Da un punto di vista di scrittura sicuramente un brano molto "conscious"





- Quando e come è nato l’inedito?


Poco dopo aver scritto "Ti farò una foto" mi trovavo a casa e cercando delle strumentali su youtube, ne ho trovata una che mi ricordava un pezzo di thxsomch intitolato "Spit in my face". Inizio dunque a canticchiare un motivetto, il ritornello del brano, e da lì, ispirato, scrivo la canzone con in testa solo la melodia che avrebbe dovuto avere, il resto lo hanno fatto Tsuseme con il suo magico Macbook ed Ervoddy con la sua chitarra.


- Cosa denunci della società nei tuoi testi?


Tantissime cose, probabilmente è più facile buttare giù questo mondo e ricostruirlo che dirti cosa denuncio della società nei miei testi. Non mi piace la guerra, l'odio nei confronti del diverso, nei confronti del povero, non mi piace che chi abita al sud abbia meno opportunità di chi abita al nord e spesso è costretto ad andare via di casa, non tollero che manifestare il dissenso quasi sempre voglia dire essere repressi e potrei continuare, come dicevo prima, per ore.. Forse fate prima ad ascoltarvi i miei pezzi e ve ne consiglio alcuni che possono rispondere alla domanda: Tanti trip, Via da qua, Questione Sociale, No bullshit, Good Thing. In ordine puramente casuale.


- Descrivici la giornata tipo di William Bella e di Ribella.


Partendo dal presupposto che nella routine William Bella e Ribella sono la stessa persona, te la faccio molto semplice: mi alzo, vado a lavoro, torno a casa e penso a 360° alla mia musica, cercando contatti di addetti ai lavori, cercando ispirazioni per i prossimi brani, interagendo con la mia fanbase, provando a portare avanti i tantissimi progetti che la mia mente elabora.


- Come si struttura una tua performance live?


Dipende molto dal posto in cui vado ad esibirmi e da ciò che il pubblico vuole sentire. Mi reputo molto versatile avendo tracce melodiche, rap e potendo fare freestyle quindi posso dire che esistono concerti in cui c'è un mix di questi tre elementi e concerti in cui invece punto a focalizzarmi solo su un genere, solo su un tipo di canzoni (quelle più sociali, quelle più autocelebrative...) L'unica costante è che sudo un sacco e mi diverto tantissimo. Quindi siateci ;)





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