Questa è la frase clou che mi ha colpito e che si reitera nel ritornello del brano Noi di Veronica De Andreis.
Quando ho ascoltato per la prima volta l'inedito (questo accade sempre quando viaggio in bus, perché mi faccio ispirare dall'incanto del momento, mentre guardo fuori dalle vetrate) e sono arrivata a quella fatidica frase, il mio cuore ha avuto come un sussulto.
Quante volte io ho pronunciato quella domanda a qualcuno che sapevo non stesse vivendo a pieno la propria vita o che non vedesse ciò che invece io comprendevo del mondo e della persona stessa.
Il brano, accattivante e brioso, grazie ad un ritmo dance, che ti mette subito voglia di ballarla ovunque tu sia (al mare, in discoteca, sul posto di lavoro o addirittura da sola davanti ad uno specchio con le cuffie), mi ricorda di non accontentarmi di sentimenti effimeri, di non simulare la felicità, ma di cercarla con la spensieratezza e passionalità che caratterizzano le persone creative, che hanno bisogno di vivere nell'autenticità, dando valore ai momenti che ci fanno stare realmente bene.
Quante volte abbiamo creduto, ci siamo autoconvinti di essere nel posto giusto solo per non cercarci e guardarci dentro?
E' così che vi presento questa fantastica artista, che ha scritto un testo profondo ed introspettivo che sfida l'ascoltatore ad ascoltarsi a sua volta.
Scopriamo chi è allora Veronica De Andreis.

- Di dove sei e come la tua città ti ha influenzato artisticamente?
Sono di Roma e questa città mi ha influenzato permettendomi di poter vedere dal vivo quanta più musica possibile e di genere anche molto diversa; essendo in una grande città sicuramente c’è più offerta artistica e con tanta varietà, sin da molto giovane sono andata a concerti, spettacoli teatrali, mostre, eventi culturali, questo mi ha permesso di costruirmi una mia cifra artistica andando ad attingere a tutte quelle esperienze vissute non solo nella vita ma anche attraverso l’arte fatta da altri artisti a 360 gradi.
- Sul tuo Instagram leggo che sei cantante, compositrice e imprenditrice digitale.
Spiegaci come organizzi la tua giornata per essere tutte e tre le "Veroniche".
Si, ad oggi molti artisti sono anche imprenditori. Da diversi anni mi sono cimentata con successo in diversi business digitali per far crescere sia la mia carriera musicale da un lato che dedicarmi a mettere a frutto la mia creatività anche in altri settori. Nel business la parte creativa è fondamentale; divido le mie giornate seguendo sia i business per i quali mi interfaccio con collaboratori o soci, sia componendo, andando in studio a registrare, o facendo live; sono una persona abbastanza organizzata e che riesce ad entrare e uscire da diversi contesti dunque questo credo mi faciliti un po’, e alla fine riesco a stare dietro a tutto come voglio.
- Quando è nata Veronica cantante e Veronica compositrice. Raccontaci un po’…
Sin da piccola ero affascinata dalle cose su cui potevo battere e produrre un suono, dentro casa usavo pentole, piatti , bacinelle e le battevo con qualsiasi cosa; poi i miei ascoltavano molta musica e io ricantavo spesso “Perdere l’amore” di Ranieri.
Il passo è stato breve: verso i 7 anni mi sono fatta regalare da loro una tastierina e passavo le giornate a suonarla; poi è arrivata anche una chitarra, un sax, uno xilofono tutto giocattolo… Passavano gli anni e cresceva in me il desiderio di mettere le mani su strumenti veri; a 13 anni mi feci regalare una chitarra classica ed iniziai subito ad esercitarmi tramite un libro per accordi. Cominciai a creare le prime canzoni: mettevo note e testo come potevo e scrivevo molto; non molto tempo dopo sono passata a chitarra acustica, elettrica e tastiera da adulti e non ho mai smesso di suonare, comporre, studiare gli strumenti ed il canto; finché a 17 anni anni non ho avuto la mia prima band di cui ero cantante, chitarrista e compositrice
- Quando hai capito che volevi fare La cantautrice?
Sin da subito. A 13 anni ho iniziato a scrivere canzoni mie...pensa che all'inizio non imparavo mai le cover con la chitarra perché avevo questa urgenza di voler scrivere e suonare pezzi miei.
- Hai un modello artistico di riferimento ( non per forza musicale).
Mi ispirano tutti quegli artisti che hanno molta dedizione per la loro arte, che si impegnano e che cercano di migliorarsi sempre, cercando volta dopo volta di superare se stessi piuttosto che gli altri e di comunicare in modo vero con il loro pubblico, in cui traspaiono nettamente sia la passione che l’amore che provano per quello che fanno.
- Pratichi una routine in particolare per lasciarti ispirare nella scrittura o lasci tutto al caso?
Un po' e un po', le canzoni possono nascere in qualsiasi momento, ma ho imparato anche a scrivere con regolarità; registro molte cose, idee sia che nascano per magia sia magari perché abbia in mente un giro di accordi e allora mi metto lì e lo suono con pianoforte o con la mia chitarra e da questo magari nasce un nuovo brano. Per la parte testuale è lo stesso: mi appunto frasi e parti di testo che vengono a galla spontaneamente oppure mi metto a scrivere ed esce sempre qualcosa che magari trova la sua musica e ne nasce un nuovo brano.
- Parlaci del brano che hai portato. Perché si intitola “Noi”? È una canzone autobiografica?
Si è autobiografico, Noi è un brano che nasce al pianoforte, voce e parola si crea dal nulla, per poi prendere vita in studio.
Il pezzo racconta della vita, delle scelte e delle e persone che escono ed entrano dalla nostra vita: un amore, un’amicizia, un rapporto con un familiare; rapporti a volte facili a volte più complessi, che lasciano una traccia indelebile quando finiscono e che pongono interrogativi a noi stessi e a chi abbiamo vicino.
Spiega l’artista a proposito del brano: “Ma una domanda la posso fare? Ero al pianoforte ed è uscita per prima questa frase, da lì di getto ho scritto in breve tutta la canzone, ho sentito in quelle parole tutte le volte che un rapporto è in bilico, la difficoltà di certe relazioni che sono importanti e che fanno bene ma che a volte ci creano pensieri e disagio, vedere poi che certe persone fanno scelte e da fuori sembra che siano andati avanti emotivamente e praticamente, ma poi quando li rivedi capisci che fanno finta solo per tenere il punto e da li si creano domande e riflessioni sulla situazione e su quel dato rapporto che abbiamo avuto.
Può essere un amore, un’amicizia, un rapporto con un familiare e tra le righe di questi rapporti si sviluppano tutte le situazioni che ho descritto nel testo.”
- Spiegaci il tuo iter creativo: di solito parti dal testo o dalla melodia?
Spesso mi vengono insieme, poi magari miglioro il testo se in delle parti è uscito qualche passaggio del testo che non mi convince rispetto a quello che vorrei comunicare allora cerco parole più attinenti a quello che vorrei arrivasse della canzone e di quello che significa per me
- Sei autodidatta o collabori con un producer?
Compongo, poi arrangio i miei brani, però ho il mio produttore Devis Boloventa, con cui mi interfaccio per idee, arrangiamenti o suoni e a cui affido sempre tutte le mie produzioni; dunque ogni brano anche se è composto e arrangiato da me ha anche il suo apporto sulla produzione e sonorità.
- Parlando di progetti passati e futuri: hai mai partecipato ad un contest musicale?
Si ne ho fatti diversi e alcuni li ho anche vinti, sono sempre belle esperienze perché permettono di confrontarsi anche con altri artisti e avere un ritorno immediato sui propri brani.
- Ti piacerebbe fare un tour? Dove?
Già in passato ho suonato con la mia ex band in diversi contesti tra tutti l’Inghilterra devo dire mi ha colpito e lasciato una bellissima esperienza, dunque tornerei volentieri proprio li.
- Cosa desideri e ti aspetti dalla musica?
Di arrivare sempre di più a più persone possibili.

- Del testo mi è piaciuta la frase: “ma una domanda la posso fare, io non ci credo che stai bene cosi…” ci spieghi il tuo significato?
Praticamente quella domanda per me racchiude tutte le volte che siamo davanti a qualcuno che pensa di avere già tutte le risposte in una data situazione che sta vivendo con noi e che è molto sicuro di quello che sta dicendo che non ti lascia quasi scampo nel controbattere dal suo punto di vista. Però mi piacerebbe che ognuno la senta sua e la vivesse come la sente e come la interpreta rispetto a quello che sta vivendo; al di là di questa sfumatura che ho dato io perché anche per me ha anche tanti altri risvolti quella frase.
- Indicaci i tuoi profili social.
Allora su instagram mi potete trovate a:
poi su Tik Tok per video anche più divertenti oltre che ufficiali : https://vm.tiktok.com/ZMLvSnPjL/
il mio canale Yotube per seguire tutti i miei video ufficiali:
e c’è anche il mio sito ufficiale Sito web: www.veronicadeandreis.com
- Mandaci un saluto:
Un saluto a tutti quelli che stanno leggendo questa intervista e un grazie a te Luigia e a Web Radio Italiane.

Comentários