Da oggi martedì 24 settembre 2024 si può ascoltare “Ora che non ho più te”, un brano dove l’inquietudine e la desolazione pervadono l’animo di Cesare Cremonini.
Non c'è da meravigliarsi se il cantautore riesce, ancora una volta, a fare centro nei cuori della gente: il suo singolo analizzato globalmente (musica, testo e videoclip) è aderente e perfettamente in linea con il messaggio che si vuole trasmettere.
L’ambientazione e i colori del video emanano atmosfere aride e cupe; la fine di un amore che sembrava essere l’ultimo ci fa assomigliare a dei sopravvissuti dopo una lotta, stanchi, sfiniti e con lividi sul volto.
È così che Cesare Cremonini si fa vedere in “Ora che non ho più te”, durante la notte cammina da solo perché non gli è concesso dormire. I pensieri e i rimpianti per non aver saputo far durare un amore gli fanno fare i conti con quello che è adesso: “…A duecento all’ora come un pazzo in autostrada…” è un uomo che ha perso la sfida col destino e non gli rimane che cercare e chiamare quella persona che ama ancora ma che non tornerà.
Se si spengono le luci della città il cielo si illumina ma non di stelle bensì di lampi che preannunciano un temporale vicino e potente. Quel temporale dello stato mentale che, dopo una labile consapevolezza, si trasforma in momenti di pazzia e profonda amarezza.
I lampi diventano tuoni e dormire risulta impossibile perché, anche se la musica è finita, nell’animo c’è il ricordo che logora chi ha memoria. Si cerca di evitare i luoghi dove è probabile incontrare chi aprirebbe con un solo sguardo una ferita che, evidentemente, non si è poi cicatrizzata così bene.
Le foto della nostra storia invece che sbiadire diventano più nitide e riusciamo a scorgere qualcosa tanto limpido adesso quanto confuso e sfuocato non molto prima.
Il distacco dal dolore è fisiologico e lasciare libera una persona con la quale abbiamo fatto un pezzo di strada insieme è la decisione migliore. Invece che correre insieme ci si ritrova a camminare soli, stanchi e persi, senza una meta e senza punti di riferimento.
La fine di un amore spesso non ci fa comprendere come possa essere accaduto ma ci fa capire sicuramente come siamo adesso.
Non ci rimane che ballare, in una notte che prima o poi finirà, e lasciare il nostro dolore sospeso tra il cielo e il temporale in arrivo.
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