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Savatage- il report del concerto


Dopo oltre vent'anni, l'ultima volta fu nel 2001, i Savatage si sono esibiti in Italia e, come ampiamente preventivato, hanno regalato un concerto meraviglioso a tutti i presenti.


Al mio arrivo nei pressi del locale, l' #Alcatraz, nonostante manchi ancora molto tempo all'inizio dello show e la temperatura segni circa trenta gradi, la fila è già interminabile (se non sarà

sold-out ci andremo davvero vicino); ci si rinfresca con qualche birra e si chiacchiera.


Mentre la fila scorre si ascoltano quasi tutti gli accenti del paese, i fan sono arrivati da ogni angolo d'Italia, e si vedono un sacco di magliette acquistate durante i precedenti tour della band, segno che l'età media del pubblico viaggia ben oltre la trentina, addirittura si incontrano padri con i loro figli, tutto ciò lascia intendere che non sarà il solito concerto, proprio no, sarà invece una sorta di rito attraverso il quale ognuno dei presenti sentirà ringiovanire una parte del proprio cuore, perché i Savatage sono questo, un pezzo di vita ( e di cuore) di chiunque li abbia mai ascoltati.


Una volta all'interno, tra uno sguardo al merchandising (ahimè sempre troppo caro) ed uno al palco che ospiterà l'evento, si continua a socializzare nell'attesa che si spengano le luci e che inizi il concerto.


E' ora, si spengono le luci, la band sale sul palco e sulle note di The Ocean e Welcome inizia un viaggio di circa due ore al termine delle quali tutti i fan se ne andranno, e non esagero, in estasi.


A questo punto dovrei scrivere la scaletta dei brani, dovrei parlare delle chitarre di Pitrelli e Caffery e della sessione ritmica formata da Plate e Middleton, dovrei parlare dei due tastieristi e dell'assenza di Jon Oliva ma, sinceramente, non aggiungerebbe né toglierebbe nulla a quello che è stato un concerto scintillante.

Più che un concerto è stata una festa, una bella festa! I Savatage, che non hanno un album da promuovere, mettono in fila una serie di brani provenienti da quasi tutti gli album della loro discografia e il pubblico li apprezza tutti, dal primo all'ultimo... e li canta, quasi fosse un Karaoke collettivo.

Non c'è stato un solo brano che Zack Stevens abbia cantato in solitudine, il pubblico dell'Alcatraz non ha nemmeno per un secondo fatto mancare il proprio sostegno e la propria voce in un crescendo di emozioni che ha toccato il suo apice nell'istante in cui, dallo schermo, è partito il video in cui Jon Oliva ( vero Deus ex Machina della band assente per problemi di salute) inizia a suonare al pianoforte le prime note di Believe.


Sulle note di Believe l'emozione di tutti era palpabile, si sono visti occhi lucidi e sguardi che si cercavano, come a volersi dare la conferma che si fosse davvero presenti ad un evento memorabile.

Dopo Believe si scivola verso la fine con altri degli innumerevoli successi dei Savatage, per suonarli tutti avrebbero dovuto aggiungere altre due ore di setlist...

Si susseguono

Gutter Ballet, Edge Of Thorns, Power Of The Night e, per ultima, Hall Of The Mountain King

A questo punto si può scrivere la parola fine e si va via con la consapevolezza che


... this is the time

And this is the place

And these are the signs

That we must embrace

The moment is now

In all history

The time has arrived

And this is the one place to be...



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