Manca poco all'inizio di quell'evento longevo e famoso che quest'anno compie 73 anni. Il festival di Sanremo regge al tempo che passa e alle critiche, a dimostrazione che la musica italiana mantiene giovani.
C'è chi lo ama e chi assolutamente non ne vuol sapere, ma indiscutibilmente è un grande evento di valore che fa parlare di sé
Nasce nel 1951 e nei primi anni resta un po' in sordina, poi spopola grazie alla messa in onda in televisione.
Dall'epoca di "Grazie dei fior" (impossibile non citarla) si è sempre rinnovato restando fedele all'intento di dare risalto alla canzone italiana accogliendo sia elementi di tradizione sia aprendo agli stili musicali più giovani.
La scenografia si è vistosamente evoluta, in linea con i canoni estetici e le tecnologie; con buona pace dei nostalgici di ghirlande e addobbi floreali stile concerto di capodanno.
Quindi, aspettiamoci anche quest'anno varie serate di performance canore di grandi artisti italiani, così, tra big e giovani promesse cresciute nelle scuole di canto e nei talent, potremo esprimere le nostre preferenze, in qualità di pubblico da casa, tramite il voto, o limitarci ad esercitare i nostri istinti di talent scout cercando di capire quale sarà la canzone vincente.
La vittoria al Festival ovviamente è importante per gli artisti, ma all'atto pratico non sempre è indicatore di vero successo. Un esempio eclatante lo troviamo, andando indietro nel tempo, nell'edizione del 1983: "L’italiano" di Toto Cutugno; è stato un successo nelle classifiche e nei cuori degli italiani, quasi un "Inno nazionale” non ufficiale, eppure si era piazzato solo al quinto posto; addirittura penultimo si collocò un capolavoro senza tempo come: "Vita spericolata" di Vasco Rossi!.
Per dovere di cronaca, ricordiamo che il primo posto nel 1983 andò alla bravissima Tiziana Rivale con "Sarà quel che sarà".
Il festival di Sanremo funziona anche al "contrario", nel senso che talvolta crea interesse ed esagerate attese su alcuni brani dati per favoriti nei pronostici, ma poi in gara, tali brani, non hanno mantenuto le aspettative tanto sperate; un esempio? nel 2020 tutti ansiosi di ascoltare "Sincero" del duo formato da Bugo e dal grande Morgan che, alla fine, deluse un po' tutti; sul palco e anche fuori, infatti, accadde di tutto: litigi fra i due musicisti e modifiche impreviste al testo della canzone... lo spettacolo c'è stato, eccome, a scapito della canzone.
La vittoria? meritatissima, andò a Diodato con "Fai rumore".
Considerato che nel 2021 a Sanremo hanno vinto i Maneskin con "Zitti e buoni" (che ha spopolato pure all'Eurovision) e che nel 2022 Mahmood e Blanco con "Brividi", possiamo confidare, probalbilmente, nella rinata capacità del Festival di individuare le tendenze musicali più attuali e gradite in linea con i gusti del largo pubblico.
Telecomandi alla mano e orecchie bene aperte, tutti pronti, tra poco si comincia!
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