Questa sera incontreremo una Band davvero introspettiva ed emozionante. Già dalla location super minimal ed elegante, con questa parete nera insonorizzata, sento di navigare in un profondo abisso di idee e sentimenti.
Loro sono Gli Hamara Band...conosciamoli insieme.

Intervista a cura di Riccardo Russo:
R:
Può essere considerato Rock Gotico il vostro?
S:
In realtà dovrebbe essere Rock Alternative, però siccome ci sono tante influenze, ognuno poi sente quello che vuole in fondo.
R:
Loro sono già formidabili presi singolarmente. Oggi siete venuti qui a presentarci che cosa?
S:
Siamo venuti a presentare il nostro ultimo singolo, Fango, uscito a Febbraio. Questa è la nostra terza pubblicazione. Noi in realtà abbiamo già preparato l'intero album, ma abbiamo deciso di far uscire un brano alla volta per dare una maggiore attenzione ad ognuno.
Fango descrive una relazione che è diventata con il tempo stagnante, statica, che come il fango quando si asciuga si sgretola.
R:
Presentiamo anche gli altri due componenti della band; tu sei la cantante e poi?
S:
Abbiamo un chitarrista che suona sia chitarra elettrica che acustica e all'occorrenza tutti i cordofoni; mentre l'altro suona il basso.
R:
I vostri brani sono molto complessi...giusto?
S:
Sì, essendo proprio un primo lavoro, sono venute fuori tutte le personalità diverse che abbiamo. Noi in realtà siamo in quattro, perchè manca il nostro batterista che salutiamo. Noi veniamo da mondi sonori differenti, c'è chi viene dal Prog, chi dal Metal, dal Punk ed io dal Blues; quindi come puoi immaginare tutte queste sonorità messe insieme generano, spero, un suono particolare, distintivo.
R:
Come avviene la stesura di un brano? Chi scrive per primo e a sua volta influenza gli altri?
S:
Per questo album io ho scritto per la maggior parte i testi, con l'aiuto ovviamente anche di una linea melodica; però poi si va in saletta tutti insieme e si lavora per trovare i suoni giusti. Al processo creativo si aggiunge anche Andrea Torretta che è il nostro produttore che dà quel tocco finale che rende il nostro suono riconoscibile.
R:
Come avviene la stesura della melodia?
S:
La melodia nasce insieme al testo, quando magari io spiego ai musicisti anche il significato che c'è dietro alle parole.
R:
Ascoltiamo il brano allora.
S:
Ecco a voi Fango!!
R:
Ho notato che ci sono degli accordi particolari e insoliti per il genere che fate. E' stato pensato?
S:
Sì, dietro c'è un pensiero. Volevo abbinare l'armonia della musica con la voce e le parole del testo. La sensazione che volevamo trasmettere era quella di sentirsi soffocare e di volersi liberare. La melodia infatti scende piano piano, in linea con l'introversione della protagonista.
R:
Come rendete la vostra musica in live?
S:
Al momento portiamo la nostra "ignoranza", nel senso che cerchiamo di essere grintosi; tuttavia vogliamo sperimentare anche qualche sonorità ed effetto nuovo che renda ancora di più lo spirito che ci portiamo dentro sul palco.
R:
Spiegateci questo percorso introspettivo. Come nasce?
S:
Volevamo fare un viaggio nelle emozioni negative dell'essere umano. A partire da Odio, che parlava dello sfogo di tutte quelle persone che si sentivano rinchiuse durante il periodo del Covid. E poi abbiamo cercato di parlare anche di tutti quei sentimenti negativi che le persone hanno sviluppato e vomitato sui social. Aspen, invece descrive tutto il processo che causa e determina un attacco di panico ed il brano ha una linea melodica conforme all'atmosfera di cui volevamo circondare la canzone.
R:
Penso che questi brani abbiano la funzione di normalizzare le problematiche legate ad ogni essere umano...
S:
Assolutamente sì e trovare persone in cui si rivedono nei nostri testi e possano empatizzare.
R:
Ma siete più una band da "Io spacco tutto"?
S:
Il nostro intento è sicuramente divertirci e, quindi, anche spaccare tutto, ma c'è bisogno anche del locale giusto. Molto spesso i nostri brani il pubblico li ricordano e li cantano pure!

APPROFONDIMENTI:
- Perché Hämärä?
Hämärä vuol dire crepuscolo in finlandese. Cercavamo un nome che rappresentasse l’identità della band sul piano musicale, e ci ha colpito. Un chiaro scuro legato alle sonorità rock che si ammorbidiscono con influenze jazz/funk.
- Parlaci del vostro percorso musicale, da come vi siete conosciuti a come siete diventati una band.
Siamo nati in saletta, come tutte le band, per un progetto di cover “riarrangiate” in una chiave più rock. Poi durante il lockdown abbiamo sperimentato la scrittura di nostri inediti e da lì sono venuti fuori i primi singoli, Aspen e Odio.
- Molto interessante la copertina del singolo “Fango”...
Per la copertina di fango abbiamo cercato un’immagine che trasmettesse assenza mA contemporaneamente immutabilità. Abbiamo trovato questa foto e ci ha subito colpito nei suoi dettagli… il colore quasi usurato, lo specchio che viene citato anche nel brano ed una poltrona dove resta solo un indumento abbandonato. Ci sembrava perfetta per trasmettere la malinconia che abbiamo provato a racchiudere nella canzone.
- Avete mai partecipato ad un contest musicale?
Si, l’anno scorso siamo arrivati in semifinale a Sanremo rock. Una bella esperienza di apprendimento e di confronto con altre realtà musicali. Crediamo che determinati contest servano per mettersi in gioco e per avere un feedback da esperti del settore. Sicuramente in futuro proveremo qualcos’altro.
- Quali sono i locali che prediligete per esibirvi?
È difficile dare una risposta. Sicuramente per una band come la nostra che propone musica inedita è più importante un piccolo locale o un festival in cui la gente ti ascolti davvero, sia lì per prestare attenzione al tuo lavoro.
- Avete qualche aneddoto di una vostra performance live?
Un concerto ad Albissola in cui abbiamo aperto ad Adam Bomb, un chitarrista statunitense. È stata una serata super energica in cui ci siamo divertiti tantissimo. Ricordiamo con gioia i suoi complimenti, ci hanno dato una grande carica per il nostro progetto
- Vi servite di altre forme d’arte per lasciarvi ispirare nella scrittura e nella musica ( arti visive/libri etc…)?
Ci lasciamo ispirare da tutto quello che riesce ad ispirarci. Fatti personali, temi sociali. Personalmente nella scrittura dei testi mi piace raccontare l’esperienza umana. Poi l’arrangiamento musicale viene sempre legato al tema. Su Fango abbiamo inserito diversi momenti, proprio ad enfatizzare il sali e scendi emotivo che affrontano due persone quando vivono una relazione.
- Perché avete scelto il rock e non un altro genere? Che pensiero c’è dietro?
Anche se ognuno di noi predilige all’ascolto generi diversi, il rock è il nostro comune denominatore. È l’ambiente musicale che ci dà maggiore libertà di espressione.
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