Paio di scarpe, Vincent Van Gogh, 1886.
Ospitiamo per la seconda volta sul nostro blog Villa Psicosi.
Il nuovo EP appartiene al genere D-POP.
La descrizione della follia e la volontà di afferrarla da parte dell'artista è il comune denominatore dei suoi brani; un esperimento ben riuscito di suoni elettronici e tanto altro come ci spiegherà il cantante nell'intervista.
Ogni nota e parola creano un effetto "elettroschock", una trance mistica per l'ascoltatore, che oltre ad entrare in una realtà fatta di parole intense, vibranti, si ritrova improvvisamente a ballare, a sorridere dietro un sipario che chiude la tragedia ed il dolore e si apre all'ironia e alla comicità.
Con Villa Psicosi la musica è una lancetta che segna l'esistenza di ognuno di noi; un'esistenza vita che oscilla tra disagio e terapia.
Ed è proprio per questo che lo stesso cantautore ci richiama all'attenzione un grandissimo pittore come Van Gogh e la sua opera, Paio di scarpe, 1886; un quadro che manifesta più di tutti la poetica su cui ruota il nuovo EP, ovvero rappresentare tutto ciò che è logoro e consumato, ma anche il coraggio di lottare in nome dell'amore per la vita ed uscirne, semmai, anche vincitori.
Una vittoria personale, intima, che ti fa guardare allo specchio e dire con fermezza:
questo sono finalmente io.
- Perché il nome Villa Psicosi?
Villa Psicosi per svariati motivi. In primis perché il mio cognome è Villa, in secundis perché il progetto Villa Psicosi è nato in una villa segreta sita a Milano dove ho vissuto per 5 anni...Una villa molto particolare, ossimorica, piena di gioie e disagi. Psicosi perché nei miei concerti e con la mia musica voglio creare psicosi pubblica nella gente e farli scatenare ahahahah.
- Raccontaci dei vari tour che stai intraprendendo e dove. Raccontaci qualche aneddoto se c’è.
Allora quest'estate sono in tour fino al 10 di settembre, la data zero è stata fatta il 28 giugno 2023. Sarà un tour di 9 date. Adesso, non voglio fare quello che se la mena, ma ai miei concerti solitamente la gente si diverte e si scatena, perché ha bisogno di ignoranza, perché ha bisogno di sfogarsi, perché ha bisogno anche di riflettere magari...Durante i miei concerti si accavallano tante situazioni...Come nelle psicosi, non si capisce più niente a una certa ahahah.
- Come si svolge una tua performance live.
Le mie performance live sono un processo di psicanalisi pubblica. Io mi lascio totalmente andare e anche il pubblico di conseguenza.
- Dal tuo profilo Instagram leggo in descrizione: faccio d-pop, ovvero disagio pop. Perché questo genere, come nasce e come si traduce in musica.
Il D-Pop è un termine che ho coniato io. Il disagio pop mischia l'hyperpop all'hard dance all'hyperpunk in una chiave tutta mia. L'obiettivo è raccontare i miei disagi, la mia storia e i mali che affliggono questo mondo in chiave tragicomica, divertente e ballabile. Questo è il D-Pop.
- Ho notato che curi anche l’immagine di ogni tua canzone con luci e colori. Come crei armonia tra musica e arti visive?
guarda mi piacerebbe molto avere dietro il palco, mentre suono, uno slide show/movie show psichedelico. Per ora nel mio piccolo cerco di fare il mio ma lo faccio abbastanza male ahahah AAA cercasi regista visionario.
- Parliamo di questo Ep. Da cosa trae ispirazione? Descrivici le vicissitudini che ti hanno portato a questo risultato.
L'EP D-POP è stato scritto in meno di una settimana. Totalmente autoprodotto da me come tutti i miei brani. Avevo voglia di sperimentare e mischiare la Dance, all'hyperpunk/hyperopop. Volevo trattare di certi temi disagianti ma raccontarli a modo mio, con più leggerezza in modo da arrivare a tutti. Sennò che palle la gente si annoierebbe subito. Con D-Pop volevo creare l'immagine di persone che ballano e saltano su testi principalmente depressi. Ci sono riuscito! Forse perché alla gente dei testi non frega nulla eh e manco se li sente o forse perché davvero ci sono riuscito. D-Pop narra del disagio in chiave tragicomica è questa la chiave.
ABILIFY
- Abilify. Un titolo molto particolare. Perché? Di cosa parla?
Allora abilify è uno psicofarmaco utilizzato per il trattamento del disturbo bipolare. Non aggiungo altro.
- Spiegaci a livello tecnico gli strumenti che hai utilizzato.
come strumenti ho utilizzato principalmente drum machine, chitarre e sintetizzatori.
- Martina cocaina prende spunto da una biografia?
ahahahaha Martina cocaina è una canzone nata una sera per gioco, quasi per scommessa, in una serata tra colleghi! Martina è una mia collega e non pippa cocaina attenzione! Solo che io scrivendo testi molto provocatori e borderline sono stato sfidato a scrivere Martina Cocaina e così è nata!
- La frase “Martina non sapeva tirare cocaina, aveva gli occhi grandi da bambina”, che significato ha per te?
beh quella frase è l'essenza del D-Pop. Chi non usa droghe e si diverte a prescindere nella vita ha vinto.
- Perché proprio “lo zoo di Sesto” San Giovanni?
Lo zoo di Sesto sì, è una cit a Christiane F & Co. Sesto San Giovanni è una città piena di elementi e di disagio...Io ho vissuto per anni lo "zoo" di sesto in prima persona e ne sono uscito vincitore quindi fuuuuck. Adesso l'hanno abbastanza ripulita ma negli anni d'oro Sesto era bella tosta come city...Ed io sono innamoratissimo della mia sesto san Giovanni
- La missione che oggi pensi abbia la musica?
Bah, la mia musica è nata per fare divertire e riflettere al contempo. Se avete voglia di sfogarvi, ascoltate Villa Psicosi, se avete voglia di ballare, ascoltate Villa Psicosi, se avete voglia di farvi un giro tra comunità, psicofarmaci, droghe e capire a che cosa portano queste realtà e come uscirne fuori...Ascoltate Villa Psicosi
- Mandaci un saluto.
Un salutone a voi MUCHOOOOO POOOOOPS!!!!!
Comments