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Emozionando me stesso, coinvolgo gli altri nel mio mondo: William Fiori.




Questa sera intervisteremo un cantautore, il suo nome è William e si collega con noi di Webradioitaliane in uno studio molto interessante con pareti verde acqua; si intravedono anche alcuni cd e strumenti di lavoro per registrazione.


Intervista a cura di Riccardo Russo:


R:

Abbiamo detto che sei un cantautore, ma cosa farai da grande?


W:

Da grande continuerò a fare ancora quello che sto facendo adesso, lavorare e mettere tutto il mio impegno nella musica.


R:

Quando nasce la passione di William per la musica?


W:

Guarda...io canto da quando sono piccolissimo. La passione è nata qui con me da quando avevo 4 anni e avevo un mangiadischi con tantissimi 45 giri che riconoscevo dall'etichetta, quindi la musica è nata con me. Durante le feste di famiglia ero il bambino che cantava le canzoni per i parenti. Ho avuto un intervallo anche con il teatro, il musical e le commedie musicali. Ho ritrovato questa parte di me cantautorale.


R:

Quando hai iniziato a scrivere brani tuoi?


W:

Io in realtà ho iniziato dall'adolescenza, poi ho abbandonato, perché ho avuto una parentesi molto lunga con il teatro. Recentemente sono tornato alla musica, nel 2020, in cui ho trovato questo estro nel descrivere ciò che mi accade nella mia vita.


R:

Com'è stato riprendere un vecchio capitolo della tua vita musicale? L'approccio è sempre lo stesso o è cambiato?


W:

E' stato come trovare il coraggio di raccontare cose di me. Nel mio ultimo pezzo odiare tanto sono riuscito a parlare del fenomeno di bullismo di cui sono stato vittima.


R:

Sei d'accordo con l'idea che cantare sia più difficile che recitare, perché cantando ci si mette a nudo?


W:

Ti dirò, io non ho mai avuto difficoltà né con l'una né con l'altra cosa. Magari ho dovuto smussare un po' la mia timidezza che mi rendeva un po' impacciato, ma ho sempre fatto tutto con molta naturalezza.


R:

Ma perché gli artisti hanno più paura di non essere capiti, piuttosto che di piacere?


W:

La cosa più comune è il problema di non piacersi quando ci si riascolta e ci si vede durante un'esibizione. Può essere una paura di vedersi.


R:

Quindi gli altri ci fanno un po' da specchio?


W:

Talvolta le persone non aspettano altro che quell'imput di essere cattive. Magari si ha paura di essere giudicati negativamente.


R:

Perché secondo te abbiamo ancora paura di essere giudicati, nonostante oggi abbiamo i social che ci permettono di pubblicare qualcosa a milioni di persone sconosciute?


W:

Perché rispetto a certi argomenti la società non è cambiata tanto in qualità di pensiero e rimane la paura di non essere accettati e questo può essere un freno.


R:

Come avviene il tuo processo creativo?


W:

Solitamente parto da una base musicale che mi piace e ci costruisco sopra un testo.


R:

Vogliamo ascoltare il brano adesso...presentacelo.


W:

Questo pezzo racconta ciò che ho vissuto io, il bullismo e l'omofobia. Il brano vuole dare un sostegno alle persone che hanno avuto la mia stessa esperienza di vita.




R:

Una curiosità...dove hai trovato le strisce color arcobaleno?


W:

A Detroit.


R:

Come avviene la produzione di un tuo brano?


W:

Io faccio tutto da me; creo da solo le basi musicali, scrivo le mie canzoni e alla fine registro in studio collaborando con un producer.


R:

Che programma usi?


W:

Uso garageband e utilizzo per le mie basi dei loop musicali.


R:

Dove possiamo trovare altro materiale di William?


W:

Ho una pagina social, mi trovate su Instagram, Facebook e potete ascoltare la mia musica su spotify ed Apple Music.


R:

Che consiglio puoi dare a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?


W:

Consiglio di fare tutto con tanta passione e semplicità, ricercando le emozioni che commuovono te stesso prima di tutto.






APPROFONDIMENTI:


COSA VUOL DIRE PER TE ESSERE UN CANTAUTORE?


Per me essere un cantautore significa aver avuto la fortuna di nascere con la passione per la musica e con il talento che mi permettono di poter raccontare in versi ed in musica il mio mondo e quello che sento la necessità di raccontare.


RACCONTACI DELLA TUA PARENTESI TEATRALE; RICORDI UNO SPETTACOLO A CUI HAI PARTECIPATO CHE TI E' RIMASTO PARTICOLARMENTE NEL CUORE?


Il teatro è stato il mio esordio nel mondo dello spettacolo. Ho iniziato a recitare fin da adolescente ed ho collaborato negli anni con diverse compagnie che allestiscono musical e commedie musicali. Ancora oggi collaboro con la Compagnia Teatrale Amatoriale “I MENESTRELLI” sia in veste di attore che di regista.

Lo spettacolo che mi è rimasto particolarmente nel cuore è “PINOCCHIO – IL GRANDE MUSICAL” che ho portato in scena con la Compagnia Teatrale “I SALTAFOSS”; interpretavo Geppetto, il papà di Pinocchio, ruolo che mi ha molto emozionato perchè mi ha permesso di poter esprimere recitando il mio grande istinto di paternità.


QUALI SONO STATI I TUOI PRIMI PASSI VERSO IL CANTAUTORATO? C'E' STATA UN'OCCASIONE UN EVENTO IN CUI HAI CAPITO CHE DOVEVI INIZIARE A SCIVERE BRANI?


Ho sempre provato a scrivere pezzi miei fin da quando ho mosso i miei primi passi come cantante, ma ho sempre dato più spazio alle cover in quanto non trovavo mai la giusta ispirazione per raccontare il mio mondo. Ho poi sentito l'esigenza di tornare al cantautorato circa tre anni fa quando l'unione con il mio compagno e la necessità di “esternare” alcuni eventi particolari della mia vita mia hanno fatto trovare la giusta ispirazione.


HAI DETTO CHE “ODIARE TANTO” NASCE DALLA TUA REALE ESPERIENZA CON IL BULLISMO; VUOI RACCONTARCI PERCHE' SECONDO TE SI VIENE BULLIZZATI? A QUANDO RISALE QUESTO EPISODIO?


Si viene bullizzati perchè, purtroppo, esistono persone che credono di essere superiori a te e più forti di te, che credono che ciò che tu sei per natura sia sbagliato... la mia esperienza con il bullismo risale al periodo delle scuole medie, quanto sono stato “preso di mira” da alcuni compagni a causa della mia obesità e del mio orientamento sessuale.


QUALI SONO I TEMI DI CUI TRATTI?


Le mie canzoni, per la maggior parte, raccontano la mia vita. Ho scritto canzoni d'amore ispirate da Fabio, il mio compagno, e canzoni come “ODIARE TANTO” contro il bullismo e l'omofobia, temi che mi sono per ovvie ragioni molto cari. Mi capita di scrivere anche canzoni di temi vari; ultimamente ho scritto una canzone contro la guerra nata dopo l'inizio del conflitto tra Russia ed Ucraina.


HAI DETTO CHE SEI UNA PERSONA SENSIBILE E TIMIDA; CHE COSA HA LEVIGATO NEL TEMPO QUESTA TUA PERSONALITA'?


La mia sensibilità è immutata, fa parte di me, della mia natura e della mia personalità. La timidezza, invece, sono riuscito a vincerla quando ho preso piena consapevolezza ci ciò che sono e ci come voglio vivere la mia vita, senza farmi condizionare da giudizi esterni.


PARLANDO DEL VIDEOCLIP: COM'E' STATO REALIZZATO? CHI HAI COINVOLTO A COLLABORARE CON TE?


Per il videoclip ho deciso di collaborare con Roberta Broglia, mia ex compagna di scuola e mia amica; è un'insegnate di danza e le ho chiesto di realizzare una coreografia che è stata danzata dalle sue allieve.


MI HA INCURIOSITO MOLTO L'IMMAGINE INIZIALE DEL VIDEO IN CUI APPARE UN BAMBINO SULLA SPIAGGIA; COSA VOLEVI COMUNICARE?


Quel bambino sulla spiaggia rappresenta l'innocenza con la quale vediamo il mondo quando siamo piccoli... rappresenta me quando ero totalmente felice ed inconsapevole delle difficoltà che avrei dovuto attraversare a causa della cattiveria del prossimo.


UN ARGOMENTO DI CUI TI PIACEREBBE PARLARE E CHE ANCORA NON HAI SCRITTO?


Al momento non te lo so dire... non ho mai pianificato prima gli argomenti da trattare nelle mie canzoni... nascono “di getto”, nel momento in cui sento di dover raccontare qualcosa di particolare.



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