L'ospite di questa sera è un compositore che si collega con noi di Webradioitaliane nel suo studio. Dietro di lui fa da protagonista il pianoforte. Lui è Andrea Missiroli.
Intervista a cura di Riccardo Russo:
R:
Come si diventa compositori?
A:
Io ho iniziato a suonare il pianoforte da piccolo; ho cominciato a 6 anni e successivamente ho completato gli studi, conseguendo il diploma in pianoforte. Tuttavia ho suonato anche altri strumenti: sono violinista e fisarmonicista. In età adolescenziale chitarrista.
R:
Un polistrumentista a tutti gli effetti...
A:
Da adolescente ero proprio rock; pertanto suonavo la chitarra elettrica. Poi mi sono avvicinato al genere folk per trii, quartetti di archi e fisarmoniche. La composizione pianistica, che è quella che sto portando avanti adesso da due anni e mezzo, è sempre stata dentro di me, anche se non l'avevo mai tirata fuori fino in fondo.
R:
Come si concilia tutto questo con la tecnica?
A:
Per la chitarra ho avuto mio fratello che mi ha insegnato a suonare lo strumento; invece ho sempre avuto la passione per il violino, quindi sono andato da un maestro 13 anni fa.
R:
Registri solo con strumenti veri o non rifiuti la musica elettronica?
A:
Per alcuni concerti ho dovuto suonare con una tastiera elettronica; solo in quei casi in cui non c'è la disponibilità di un pianoforte. Per registrare però preferisco il pianoforte, perché il suono è più naturale.
R:
Come ti comporti se arrivi in un posto per fare un concerto e trovi il pianoforte scordato?
A:
Eh, mi è successo...c'era un mi bemolle che non andava. In quei casi devi reinventarti.
R:
Sei il tipo di musicista che si porta la valigetta per eventuali imprevisti come quello che ci hai appena raccontato?
A:
Al momento sono più per l'avventura. e gestire il problema sul momento, improvvisando.
R:
Parlaci dell'album che stai creando...
A:
Facciamo così, parto dal primo album che ho scritto. Nel 2021 ho scritto questo album per la Blue Spiral Records; sono 9 tracce per piano solo, anche se in due pezzi ho aggiunto gli archi.
L'album si intitola L'incredibile viaggio ed è un disco che è nato molto in fretta. Nel giro di un mese avevo scritto tutti i pezzi. Al contrario adesso sto procedendo in maniera molto più lenta e matura. Uno dei pezzi che ho scritto per questo album si chiama Genesi. E' un pezzo minimale, che ha un suo giro armonico che ritorna, sempre variando e rappresenta il flusso continuo della creazione e dell'evoluzione.
R:
Ci spieghi il significato dei nomi che hai dato ai titoli dell'album L'incredibile viaggio?
A:
Astrali è il primo pezzo ufficiale che ho scritto per pianoforte ed è nato per celebrare la nascita della mia seconda figlia. Un brano molto delicato e romantico. Poi c'è Nuovo mondo, perchè questo era il mio primo lavoro per il disco e, quindi, per me si apriva un capitolo ignoto, nuovo appunto, che non sapevo dove mi avrebbe portato. Malva, che riprende il nome di un fiore, di una pianta che cresce ovunque ed ha delle proprietà molto potenti. Libera invece è un brano veloce e indolore, di liberazione appunto. Dopo c'è Cuore di cane , che parla della fedeltà che è insita nell'animale (io ho due cani) che ho voluto rappresentare come una sensazione calda, mentre il cuore come qualcosa di freddo. Momento rivoluzione si divide in due parti: in una c'è la rabbia e nell'altra la pace ed i due stati d'animo iniziano a giocare tra di loro.
R:
Adesso mi hai messo curiosità di parlare di Genesi.
A:
Genesi parla di una rinascita. Ho portato il mio pianoforte fuori Forlì, in collina, al tramonto. L'ho portato qui perché questi luoghi mi rappresentano. Il brano descrive una rinascita mentale e compositiva.
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APPROFONDIMENTI:
- Che cosa o chi ti ha spinto all’età di 6 anni a suonare il piano?
Ho avuto la fortuna che i miei genitori mi hanno spinto a studiare musica. Inizialmente avrei preferito studiare la chitarra ma dato che già mio fratello aveva iniziato, ho optato per il pianoforte!
- Perché Genesi? Raccontaci come è nato questo titolo.
E’ nata prima la musica, succede sempre così. Quando la musica ha raggiunto la propria maturità il titolo viene da sè. Genesi rappresenta l’origine, in questo particolare caso è una rinascita del mio modo di fare e percepire la musica, quello che compongo.
- Qual è inoltre il significato profondo del brano?
Il brano è suddiviso in due parti. La prima (che è anche l’ultima che chiude il brano) è formata da accordi pesanti, talvolta gravi, che si susseguono creando una melodia leggera.
La seconda parte, quella centrale, ha un carattere più energico in cui si sviluppa sempre una melodia semplice che sovrasta tutto l’accompagnamento senza freni che sta sotto di lei.
- Perché il luogo dove hai girato il video di Genesi ti rappresenta?
Io sono nato e cresciuto vicino a quel luogo. Ogni volta che salgo su quelle colline la mia mente e il mio corpo si rilassano, si sentono a casa.
- Chi ti ha aiutato a girare il video? Raccontaci, se li hai, aneddoti del dietro le quinte.
Il video è stato reso possibile grazie all’aiuto di mia moglie Elisa. Oltre ad aver filmato tutto, è stata costretta ad aiutarmi nel trasporto del pianoforte! È stata un po’ una corsa contro il tempo quella giornata, perché quando pensi di spostare uno strumento che pesa due quintali non sarà mai semplice come l’hai pensata fino a quel momento. Perciò quando finalmente era tutto in posizione, abbiamo avuto al massimo 15 minuti per poter girare tutto. E poi ricaricare il pianoforte prima che fosse completamente buio!
- Da cosa o da chi ti lasci ispirare per comporre?
Emozioni, storie vissute o storie ascoltate. C’è sempre qualcosa o qualcuno per cui compongo.
- Dove ti piacerebbe esibirti live e dove ti sei esibito fino ad ora?
Al momento ho il bisogno di esibirmi live, ma non ho pretese su dove mi potrà portare la mia musica. I concerti in piano solo che ho iniziato a fare da ottobre scorso mi stanno facendo scoprire un lato mio che tenevo nascosto e che trovo estremamente gratificante fare uscire. Ho sempre suonato live da quando ho 20 anni, ho fatto concerti in tutta Europa, suonando un genere musicale diverso da questo basato sulla composizione pianistica, perciò era per me quasi un’incognita cosa ne sarebbe scaturito a livello di “a tu per tu” con il pubblico.
- Come concili vita privata e vita professionale?
Il confine è molto sottile poiché suonare è si una professione ma anche una necessità personale. La mia famiglia è sempre in prima linea sia come supporto che come fonte creativa. Non c’è una vera e propria conciliazione ma una naturalezza nell’incastrare il tutto.
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