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MANNARINO E IL SUO ULTIMO DISCO: V


Allo Spirit de Milan, Mannarino ha presentato il suo ultimo lavoro: V come viaggio.

Non avrei potuto immaginare un posto diverso. Lo Spirit de Milan è una ex fabbrica, che ha trovato nuova vita nella riconversione in un luogo di incontro per appassionati di musica, cultura e tradizioni

milanesi; muri grezzi, ampi spazi, soffitti altissimi, gentili ragazze che servono ai tavoli. Un ambiente caldo, nonostante gli spazi enormi e le finestre tipiche delle vecchie fabbriche.


Ai lati del palco due cartelloni di presentazione della copertina del nuovo album rallegrano lo sfondo, trasmettono: colore, calore. Sfondo giallo (giallo come il suo maggiolino) e donna con un copricapo, un passamontagna multicolor della bandiera indigena (fatto in casa da una vicina della madre) "donna guerriera che lotta per il futuro”. La foto è ambigua, in realtà non si capisce se vuole togliere il passamontagna oppure metterlo. "Dipende da chi guarda!" dice Mannarino sorridendo "Se tu vuoi vedere l'identità di questa donna, Lei te la mostra ed è meravigliosa, se tu non la vuoi vedere e la neghi, nel momento che Lei si cala il passamontagna, fa la guerra e ti fa il culo" .



L’ultimo lavoro, l’ultima fatica del cantautore romano è un viaggio fisico e introspettivo!


Le recensioni che avevo letto in merito ai suoi nuovi brani affermavano che fosse un album impegnativo, da non ascoltare, in modo distratto o superficiale; beh... ho fatto esattamente il contrario! Appena uscita dallo Spirit de Milan, ho ascoltato il suo album in macchina, per le vie di una Milano bagnata dalla pioggia, dal buio della notte, dalle strade poco trafficate, illuminate dai bagliori notturni. Nel piccolo abitacolo risuonavano le note, i suoni, le voci di un primo brano: AFRICA.


Lasciami entrare nell’Africa

qui fuori c’è troppa logica

lasciamo fare alla musica”


Ho lasciato fare alla musica! Ha travolto, ha spazzato via, ha rovesciato il grigio dei grattacieli, il buio della notte di inizio autunno. Immagini, colori, suoni, odori di terra bagnata, di viaggi lontani, sensazione di letizia, pace, stupore malinconico. Queste le prime sensazioni, anche se le ultime note, poi, nel silenzio scandito dalla pioggia, dal suono sincrono dei tergicristalli, lasciano aperte le porte alla riflessione. Pensieri sparsi, fitte di commozione. Torno con la mente al passato: VIVERE LA VITA il brano che mi ha fatto innamorare di questo cantautore che, ancora oggi, ascolto come se fosse la prima volta, sagge parole messe in bocca ad un bambino! Ancora una volta mi ritrovo a pensare che Mannarino sia uno dei grandi cantautori italiani degli ultimi tempi.

“E senti quello che senti

E ami quello che ami

Cadono gli orizzonti

Crollano i meridiani

E tamburi tamburi tamburi tamburi

Tamburi senza domani

Domani ci penseremo

Adesso siamo lontani” (Fiume Nero)


Penso agli appunti presi alcune ore prima, seduta ad un tavolo, a sorseggiare birra, in un ambiente rustico, che improvvisamente si era colorato delle luci della foresta, dei viaggi in Congo, Africa, Amazzonia; penso ai miei vicini di tavolo, perfetti sconosciuti, con cui ho condiviso un sorriso alle battute, buttate qua e là dal cantautore, per ravvivare l’intervista, per svelare alcune chicche inerenti ai brani; penso che tre anni per incidere un nuovo disco, siano serviti, a Mannarino, per decretarne un nuovo successo.


“E mentre la città crollava

Come un manovale a giornata finita

Lei si chiese

Quanto cemento ci vuole

A tenere incollata una vita” (LEI)


All’interno di V, Mannarino ha utilizzato alcune ritmiche e cori indigeni; nella prima parte del disco predominano arrangiamenti africani, mentre nell'ultima parte prevalgono ritmi e suoni sudamericani. “ Ho cercato di creare un luogo sonoro inedito, niente di filologico”, afferma. Niente che fosse vicino ai suoni anglosassoni e dai quali si discosta.


“Ho voluto portare", dice,” il Folk nella contemporaneità; ho unito le idee al sentire”. Poesia pura, perché come sentenziò Max De Tommasi a un Mannarino, smarrito e confuso, in cerca di nuove intuizioni: l’ispirazione non viene seduti ad una scrivania viene da dentro, “l’ispirazione la trovi dentro di te”.

Ecco la V di viaggio. Uno zaino, una chitarra e via… in cerca di nuove vite, in cerca del femminile che è dentro ognuno di noi. Nascono cosi, brani che sembrano provenire dal profondo, che toccano l'anima.

LUNA, ad esempio, è di una dolcezza sospesa in una dimensione fuori dal tempo.

Tutto il mondo sta in silenzio

Chissà perché

Tutto il mondo sta marciando

Auf Wiedersehen

E sto scappando

Anche per te”




"Guarderò la luna

Chissà dove sei tu

Quando avrai paura

Quando avrai paura

Guardala anche tu " (Luna)

Un album che per alcuni versi sembra essersi creato per magia, come il brano BANDIDA una canzone dedicata al femminismo e alla lotta al patriarcato "La magia è stata" dice Mannarino "che sopra allo strumentale, è bastato appoggiare la parte cantata di una manifestazione femminista in Cile, in cui alcune donne cantavano “Un violador en tu camino” del Colectivo Lastesis ed é stato con stupore ci siamo accorti che era la stessa ritmica."


"¿Educar a una chica? Desarmar a una mujer"

(Educare una bambina? Disarmare una donna)


Un disco da ascoltare tutto in una volta, non ho avuto dubbi. Ero, ormai, sotto casa quando sono rimasta incantata da VAGABUNDA. Mi conosco, se una canzone mi piace, sono capace di ascoltarla senza mai stancarmi. E' quello che è successo! Amore fin dalle prime note, la melodia, le parole, la voce femminile, sensuale, travolgente, mi fece venire voglia, persino, di ballare. La voce è di Gioia Persichetti e anche qui niente di più azzeccato, la scelta è caduta su questa meravigliosa ragazza, chiamata per un provino, dopo che, Mannarino, l'aveva sentita cantare in un localino di Roma.







"La prigione ha molte sbarre

Molto vento nella testa

Quando cade un po' di pioggia

C'è un profumo della terra

Che mi parla di te

Mi parla di te

Romantica

Eretica Erotica

Così il tuo giardino

Sa di ragazza

Sa di lacrime, di sole e di bellezza

C'è una pantera

Che lecca

L'anima di un fiore

Perché non siamo nati

Per stare nel dolore".


Non siamo nati per stare nel dolore: non potrei non essere d'accordo.

Concludo con le parole di Mannarino nella sua pagina facebook del 13 Settembre prima che venisse pubblicato V: " Fra pochi giorni V sarà di tutti, e sto faticando a lasciarlo andare, perché mi ha accompagnato e mi ha tenuto compagnia negli ultimi due anni... è stata una grande avventura, una sfida musicale e personale che mi ha totalmente assorbito... ho cercato di suonare la luce delle stelle, e le grandi onde dell’oceano, la linfa che scorre nella foresta, e il grido umano che dice “sono vivo!”.... Non può esserci resistenza senza vitalità, non c’è vitalità senza bellezza. Quella bellezza io sono andato a cercarla, di più non avrei saputo né potuto fare."



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