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MUSE: questa volta mi lasciano perplessa

Il 26 agosto 2022 è uscito il nuovo album dei Muse, si chiama “Will of the People”. Premetto fin da subito che secondo me non è il loro lavoro migliore ma vediamo nel dettaglio perché.


Avevo grandi aspettative e l’attesa emozionante non ha avuto come riscontro il risultato sperato. Certo sono sempre i Muse, nulla da criticare in realtà. Però posso dire che mi sarei immaginata qualcosa che mi lasciasse senza fiato, qualcosa di esaltante e strabiliante, dopo tutto sono i miei preferiti, nonostante questo lavoro.

Non voglio spacciarmi per una critica musicale quindi queste sono solo mie considerazioni dopo il primo ascolto del cd, acquistato ieri nell’unico negozio che vende ancora cd nella mia città. Sarà una coincidenza ma ieri un po’ pioveva e un po’ c’era il sole, non si capiva bene cosa volesse fare il tempo e così pure i Muse a quanto pare.

Questa volta devo dire che l’unica spiegazione a canzoni monotone e ripetitive è forse la volontà stessa di apparire in questo modo e allora ammetto che ci sono riusciti. Il sound è alternative rock ma diverso rispetto al passato. Non c’è spazio per sonorità coinvolgenti piuttosto la protagonista è la prevedibilità e le canzoni, pur essendo di un livello molto alto, non rispecchiano a fondo lo stile dei Muse, sempre innovativo e sperimentale.


Se la musica evoca questo tipo di analisi anche il testo delle canzoni non mi fa impazzire. L’idea è buona ma globalmente non mi sento di scrivere che sia un album che ricomprerei. L’evoluzione sensoriale durante il primo ascolto non si identifica con brividi, immaginazione e palpitazioni, è tutto abbastanza piatto. Gli argomenti di base sarebbero anche interessanti ma vengono cantati e suonati in un modo irriconoscibile.

Abituata ai Muse di sempre ho provato una certa delusione ma sono sicura che in fondo questo sconcerto sia anche voluto dagli artisti stessi.



Tornando all’idea dell’album questa è una prospettiva futura del mondo in chiave apocalittica e ogni singola traccia rimarca tematiche quali disperazione, abbandono, tragedia, potere e sconfitta. I colori ricorrenti, nero e rosso, sottolineano lo stato di paura dove vigono promesse utopiche mai volute. Il controllo sociale delimita libertà e sentimenti confusi, conformità e rivoluzione sono il dilemma di ciascuno e la confusione dei ruoli non avrà mai fine. Viene descritto un mondo dove automobili sportive sfrecciano nel deserto e dove vige la legge del più forte, “ Kill or be killed”. Non c’è spazio per compassione e perdono ma solo l’istinto di sopravvivenza può animare quel che resta di una civiltà in preda al totale caos. Il gioco di luci e ombre dimentica le luci trasformandosi in una mosca cieca.


L’ambientazione è tetra e oscura, distruzioni e rivelazioni non si evolvono in una visione meno pessimistica e anzi, i fantasmi bloccano le persone tra rimorsi e dolore. Dieci tracce pregne di significato però mal riuscite a livello artistico, denotano il disagio di una società in preda allo sconforto comandata inconsciamente da ladri di anime.

I videoclip usciti sempre il 26 agosto 2022 hanno una trama comune che però non coinvolge a livello visivo. “Ghosts (How can I move on)” e “Verona” sono una scelta stilistica che spezza per un momento il ritmo ma non l’ansia, che rimane intatta anche in queste canzoni dannatamente romantiche.


Ritengo che sia un album veloce, quindi non credo di aver sprecato il mio tempo ad ascoltarlo. Almeno, conoscendo i Muse, ho potuto notare le abissali differenze rispetto ai lavori precedenti. Non mi sento però di poter esprimere un giudizio complessivo in quanto ciò che scrivo è il risultato del primo ascolto.

Spero che riascoltando tutto il cd una seconda volta io riesca ad apprezzare fino in fondo questi artisti che in ogni caso continuerò a seguire attivamente e con curiosità.



Spesso, infatti, per me non vale il detto “la prima impressione è quella che conta”.


Per informazione i Muse suoneranno in Italia a Milano all’Alcatraz il 26 ottobre 2022.

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