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Immagine del redattoreRiccardo Russo

Pink Floyd contro putin (il minuscolo è voluto)

Va così. Andriy Khlyvynyuk dei Boombox, band molto seguita in Ucraina, in divisa militare fa un post sul suo profilo Instagram mentre canta in Sofiyskaya Square a Kiev intonando “Oi u luzi chervona kalyna” (Oh, viburno rosso nel prato), un canto di protesta popolare della prima guerra mondiale ma tornato prepotentemente all’attenzione a causa dell’odierno conflitto che vede l’occupazione forzata dei territori ucraini ad opera dei russi.



David Gilmour che ha nuora e nipoti ucraini non ci pensa un attimo, contatta Andriy proprio mentre è ricoverato per una ferita da scheggia di proiettile per avere il suo assenso a procedere, poi chiama Nick Mason per realizzare un evento clamoroso, i Pink Floyd si riuniscono per fare uscire un nuovo inedito (dopo 28 anni) “Hey Hey Rise Up” con la voce di Andriy (presa dal post Instagram) che compare nello schermo dietro la band che per l’occasione ha usato come set il fienile che avevano usato nei live stream Von Trapped Family durante il lockdown. “È la stessa stanza in cui abbiamo fatto Barn Jams con Rick Wright nel 2007. Janina Pedan ha costruito il set in un giorno e abbiamo fatto cantare Andriy sullo schermo mentre suonavamo, quindi noi quattro avevamo un cantante, anche se non fisicamente presente con noi” ha detto Gilmour. La regia è di Mat Whitecross, regista che ha già collaborato con band del calibro degli Oasis e che ha diretto assieme a Michael Winterbottom l’acclamato docufilm “The Road to Guantanamo”.



L’alchimia scatta subito, i suoni sono quelli inconfondibili che hanno reso la band immortale. Il video inizia con una breve descrizione del conflitto in corso mostrando alcune immagini di guerra diventate tristemente famose, poi le facce solcate dal tempo dei due Pink Floyd assieme a Guy Pratt (al basso) e Nitin Sawhney (alle tastiere); parte la musica con il canto e si evolve trasformandosi in un pezzo a chiara matrice Pink Floyd dove Gilmour snocciola un assolo sulla sua Telecaster relic. Un coro sottolinea i break che si susseguono, il ritmo riprende e la musica cresce fino al ritorno dell’Hammond che sottolinea il rientro del cantato.



Il video finisce con dei bimbi profughi che mimano il labiale del cantante. Va sottolineato che i Pink Floyd doneranno tutti i ricavati del singolo all’associazione benefica “Ukraine Humanitarian Relief Fund”.

La copertina creata dall’artista cubano Yosan Leon è un chiaro riferimento alla donna ucraina che ha donato dei semi di girasole ad un soldato russo dicendogli "mettili in tasca così quando morirai cresceranno sulla nostra terra". In conclusione putin è riuscito anche in questo, oltre a farsi odiare dal resto del mondo ha smosso il risentimento anche dei Pink Floyd.



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