Quando la Voce di Kate Bush Incontra il Sottosopra: Come “Running Up That Hill” ha trasformato Stranger Things in un viaggio emotivo tra Dolore, Coraggio e Nostalgia.
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Quando la Voce di Kate Bush Incontra il Sottosopra: Come “Running Up That Hill” ha trasformato Stranger Things in un viaggio emotivo tra Dolore, Coraggio e Nostalgia.

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Kate Bush e Stranger Things: quando la musica diventa parte della narrazione


Il mondo della televisione e della musica pop si è spesso intrecciato, ma poche volte con un impatto emotivo e culturale così immediato come quello tra Kate Bush e Stranger Things. La serie Netflix, con il suo mix di fantascienza, horror e nostalgia anni ’80, ha scelto di inserire Running Up That Hill nella quarta stagione, trasformando un brano iconico degli anni ’80 in un fenomeno globale contemporaneo.


La canzone di Kate Bush, pubblicata nel 1985, affronta temi universali: desiderio di comprensione reciproca, barriere tra le persone, lotta interiore. Il brano, con la sua atmosfera eterea e i synth caratteristici degli anni ’80, si presta perfettamente a raccontare il dramma dei personaggi di Hawkins. Nel quarto capitolo della stagione, il brano accompagna uno dei momenti più cruciali di Undici, la giovane con poteri telecinetici, mentre affronta Vecna, la terribile entità che minaccia il mondo reale e il Sottosopra.


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In particolare, l’episodio “The Nina Project” mostra Undici in lotta non solo contro l’antagonista, ma anche con le proprie fragilità interiori e i traumi del passato. Qui, la musica di Kate Bush diventa una colonna sonora emotiva: le parole della canzone riflettono la difficoltà di comprendersi e di affrontare ciò che è dentro di sé. L’uso di Running Up That Hill non è solo estetico, ma narrativo: accompagna la crescita e la resilienza del personaggio, elevando la tensione e il coinvolgimento emotivo dello spettatore.


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Un altro momento significativo è l’episodio “Papa”, in cui viene esplorato il rapporto tra Undici e il Dottor Brenner. Anche in questo contesto, la canzone di Bush sembra risuonare metaforicamente: il desiderio di scambiare ruoli o esperienze, tema centrale del brano, si riflette nella complessa dinamica tra vittima e controllore, tra chi è vulnerabile e chi detiene il potere. La musica amplifica il senso di nostalgia e di dolore, rendendo ogni scena più intensa.


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IL CASO MAX


Max Mayfield è uno dei personaggi più emotivamente complessi di Stranger Things. Fin dalla sua introduzione, viene mostrata come coraggiosa e indipendente, ma sotto questa facciata si nascondono traumi profondi legati alla famiglia e al rapporto con il fratello Billy Hargrove. La quarta stagione esplora questi strati emotivi, utilizzando il brano Running Up That Hill, come filo conduttore per rappresentare il suo dolore, le sue paure e la sua resilienza.

Billy, fratello maggiore aggressivo e spesso prepotente, segna l’infanzia di Max. I suoi comportamenti autoritari e talvolta violenti generano insicurezza e senso di vulnerabilità in lei, lasciando cicatrici emotive profonde.

Tuttavia Billy mostra anche momenti di protezione verso Max e questa ambivalenza genera in lei sentimenti contrastanti: paura, risentimento, ma anche affetto e ammirazione.

La morte del fratello genera in Max un senso di colpa tale da renderla la vittima perfetta per gli attacchi mentali di Vecna.

Running up That Hill, quindi, diventa sia un ancoraggio emotivo tra Max ed il mondo reale e sia un canale artistico dove poter trasformare la sofferenza e la rabbia in fermezza e coraggio.


IN CONCLUSIONE:


Il legame tra Kate Bush e Stranger Things va oltre il singolo brano. La serie è un omaggio agli anni ’80, e Bush, con la sua musica visionaria e talvolta inquietante, rappresenta perfettamente lo spirito di quell’epoca: un mix di sperimentazione, misticismo e introspezione. La sua capacità di creare mondi sonori complessi si fonde con la narrazione della serie, fatta di sovrannaturale e mistero, creando un’esperienza immersiva e multisensoriale.


Il fenomeno mediatico generato dalla riproposta del brano ha dimostrato anche l’incredibile capacità di Netflix di far riscoprire capolavori musicali. Generazioni più giovani, nate ben dopo gli anni ’80, hanno scoperto Kate Bush grazie a Stranger Things, mentre chi aveva già familiarità con la cantautrice ha rivissuto le emozioni degli anni passati con una prospettiva nuova, legata a personaggi e storie contemporanee.

L’inserimento del brano di Kate Bush non è un semplice effetto nostalgico: è un atto narrativo e simbolico. La voce eterea e potente dell’artista amplifica le emozioni dei personaggi, crea un ponte tra passato e presente, e mostra quanto la musica possa diventare un elemento strutturale della narrazione televisiva. La serie e la canzone si arricchiscono reciprocamente, confermando che arte e cultura sono sempre in dialogo, e che la musica, quando ben scelta, può trasformare una scena in un’esperienza indelebile per lo spettatore.

 
 
 

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