Iniziamo per gradi...perché di questa prima puntata avremo molto da dire!
Una delle primissime sorprese che hanno destato il mio stupore è stata la scelta di far fare a Marco Mengoni la co-conduzione di Sanremo.
Una scelta, direi, che approverebbe chiunque dato il successo inarrestabile del cantante ed il suo incredibile fascino e carisma; tuttavia aspettiamo ancora quel fatidico momento in cui finalmente sarà dato uno spazio per la conduzione anche ad una donna (e non solo come abbiamo visto fino ad oggi nel ruolo di "valletta").
In questa puntata, tra l'altro, noto con piacere la loro totale assenza, come anche il fantomatico monologo strappa applausi e strappa lacrime falso e retorico che non ci è mancato per niente.
Tornando però al discorso Mengoni, devo dare un'insufficienza alla sua co-conduzione, in quanto moscia e priva di una preparazione piuttosto evidente; infatti l'artista nasce come cantante e tale deve rimanere, a meno che non inizi una nuova carriera da presentatore con gavetta inclusa (come del resto ha fatto Amadeus).
Quando canta Mengoni non lascia dubbi sulla sua bravura, al contrario come spalla di Amadeus mi è sembrato piuttosto rigido, impreparato e visibilmente agitato.
Tuttavia, a compensare tale flop e ad intrattenere la scena, c'è sempre l'apparizione di Fiorello che ribalta la situazione come un goal al novantesimo minuto.
E questo dimostra professionalità.
Come si ottiene? Con lo studio.
Ma passiamo all'argomento principale di questo articolo...
Sono ormai diverse edizioni in cui la rivoluzione sanremese sta facendo posto ad artisti che hanno già una posizione di rilievo nel panorama radiofonico e discografico.
Questi cambiamenti hanno consentito l'avvicinarsi alla visione del programma tutte le generazioni, in particolare i giovani sentono un nuovo e rinnovato interesse.
La scelta degli artisti è infatti calibrata sulla base del giudizio e gusto personale degli ascolti di una buona fetta di quest'ultimo pubblico.
Quello che cade subito all'occhio è un numeroso gruppo di concorrenti che hanno esordito con il programma "Amici" di Maria De Filippi, un format che ha molto seguito e proseliti tra i ragazzi.
Ma le novità non finiscono qui e vi parlo del caso di due artisti Clara e Geolier.
La prima è conosciuta soprattutto per il brano "Origami all'alba", creato e prodotto per la serie tv "Mare fuori".
Reduce già del successo e del magnetismo del suo personaggio televisivo, sbarca prima a "Sanremo Giovani", vincendo con l'inedito "Boulevard" ed ora si presenta con un nuovo brano "Diamanti Grezzi", scatenando aspettative, quindi, non solo per il suo talento musicale, ma anche da un percorso artistico trasversale e policentrico che non ha origine obbligatoriamente dalla musica.
Questo genera consensi, "hype" ed un seguito proveniente da più campi di interesse.
E "Diamanti grezzi" mi sembra un prodotto coerente sia con il suo personaggio cinematografico, sia con quello musicale.
Il caso Geolier si collega a quello di Clara, in quanto il successo è legato anche (e non solo) all'ondata del consenso ottenuto da "Mare fuori" che ha avvicinato e fatto simpatizzare tutto il pubblico al linguaggio napoletano.
Sempre più spesso vediamo artisti, anche emergenti, che cantano in questa lingua (dialetto), generando curiosità e coinvolgimento non indifferenti.
Ma veniamo al nocciolo della questione...
Sanremo è anche lustrini, luccichii, la grande bellezza tutta all'italiana e noi amiamo vedere questo spettacolo, perché adoriamo il dramma, il teatro e le contraddizioni che ci sono dietro.
Ma tutto questo bagliore lo puoi sopportare e reggere se hai sempre la possibilità di tornare indietro, a casa tua, nel tuo nido e punto di riferimento dove, quando è finito lo show, puoi toglierti le paillettes e la maschera e ritornare ad essere te stesso.
Ma chi questa certezza non ce l'ha? Chi non ha una casa dove tornare, chi non ha genitori come punti di riferimento, chi non ha gli strumenti ed i filtri per distinguere il reale dal non reale?
Sono questi gli interrogativi che ci vengono posti dal brano di Ghali - Casa mia e ci fanno riflettere sulla condizione estraniante in cui l'essere umano è sottoposto sin dai primi anni di vita a causa dell'avvento dell'intelligenza artificiale e di mezzi sempre più sofisticati che favoriscono la dissociazione dalla realtà.
L'artista presenta sul palco il personaggio Rich-iolino che potrebbe sembrare una sorta di prodotto alieno che la società ha deprivato della sua umanità.
Egli, infatti, ha l'aspetto di un animale malato, una specie di zombie muto, che non riesce più a svolgere le azioni quotidiane della vita; tuttavia questa sorta di alter-ego aiuta l'artista a ricordarsi di come è realmente il mondo senza lasciarsi condizionare dalle insidie che vi si celano.
Potremmo considerare Rich-iolino una sorta di Ziggy Sturdust contemporaneo ( Ziggy era l'alter-ego di David Bowie).
Un'altra citazione che mi viene da fare è la naturale correlazione che potrebbe esserci tra il brano di Ghali e quello di Caparezza dal titolo, ti fa stare bene.
Anche nel video di Caparezza vi è un fantomatico alter ego (una specie di pupazzo dalle sembianze felici) e nel testo, così come nella melodia ci sono molti spunti da cui Ghali potrebbe aver preso ispirazione.
E' come se quest'ultimo avesse voluto rispondere al brano di Caparezza affermando che lui non sta bene, che nel mondo c'è qualcosa di marcio, ma grazie al suo alter-ego Rich-iolino sa come deve osservare quello che lo circonda e lo guida ogni giorno verso casa.
Un brano dal testo e melodia originali che fa riflettere e risvegliare le menti dal torpore che dagli occhi annebbia anche il cuore.
E tutto il resto?
Vi lascio con alcuni brani da riascoltare attentamente per il loro significato profondo, che non sia la classica canzonetta o hit estiva /tormentone; sebbene quando quest'ultima uscirà in radio saremo i primi a ballarla, ma con la consapevolezza che sono solo paillettes e che la vera arte ha bisogno di uno sguardo più attento ed intenso.
Ma la domanda che mi sorge spontanea è: che destino sarà per l'umanità se la musica non ci farà più pensare?
FOCUS SU:
GHALI - CASA MIA
BIGMAMA - LA RABBIA NON TI BASTA.
A voi l'ascolto e vi lascio alla seconda puntata di stasera!
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