
Premessa postuma: è un Sanremo strano. Non che il Festival sia mai stato chissà quanto originale nelle proposte, ma quest'anno rasenta l'atroce. Pochi sono quelli che si salvano, il resto è un appiattimento generale. Nelle pagelle ricorreranno numerose volte le parole "banale", "inutile" e "già sentito", tutte caratteristiche distintive di questa edizione. Ovviamente nell'esprimere un'opinione sui brani si è tenuto molto conto dei testi (se le parole delle canzoni non vi interessano potete dedicarvi ai generi più disparati ma senza testo: Jazz, House, Dance, Classica, Techno o quello che vi pare). Musicalmente la situazione è imbarazzante e, infatti, si parlerà poco di musica.
Tutto quello che segue è frutto del primo ascolto, della prima serata e ci sono buone possibilità che qualcosa cambi riascoltando i brani altre volte.
Le Pagelle:
01) Gaia - Chiamo io chiami tu: partiamo subito male. E' vero che Sesso e samba è stato un gran successo radiofonico e di ascolti, ma Sanremo dovrebbe presentare canzoni inedite, non scopiazzamenti ritmici qua e là. Testo senza alcuna pretesa, anche oggettivamente bruttino. Non ci si aspettava nulla di più. Voto:4
02) Francesco Gabbani - Viva la vita: il nostro Gabbani ci ha abituato al movimento, a ballare, a farci vivere con una certa leggerezza. Sorprende un pochino che nel momento in cui intitola una canzone Viva la vita la musica si sieda, si appiattisca. E' un pezzo che non arriva mai completamente. Il testo è un classico di Gabbani e per questo lo ringrazio, leggero e spensierato, che ci consente di guardare con semplicità a piccoli istanti quotidiani. Tuttavia da Gabbani mi sarei aspettato qualcosa di più. Voto: 5
03) Rkomi - Il ritmo delle cose: Parlare di questo brano è quasi impossibile vista la sua totale insignificanza, senza contare l'interpretazione. Una lagna colossale e mono-tona. Dovrebbe preoccuparsi un po' meno di far vedere gli addominali (che comunque invidio) e provare a dedicarsi un po' di più a scrivere qualcosa che almeno assomigli a una canzone. Voto: 3
04) Noemi - Se ti innamori muori: la canzone è ovviamente una canzone da Sanremo e, di conseguenza non può di certo essere eccelsa. Noemi però ritengo sia un'ottima interprete che col suo particolare timbro vocale un po' graffiato sa dare alla canzone colori particolari. Non è di certo un capolavoro ma nell'insieme ne esce bene. Voto: 7
05) Irama - Lentamente: L'esibizione di Irama si divide in tre parti. 1- Presentazione: Capitan Harlock; 2- Fase della patata in bocca: non si capisce cosa canta; 3- UhUhUuuuuh... Voto: 3
06) Coma_Cose - Cuoricini: Ma come cavolo fai a chiamare una canzone Cuoricini? Già solo questo ti faceva venir voglia di cambiare canale, se poi nel brano viene ripetuto pure mille mila volte... Beh mi spiace perché, anche se non li ho mai apprezzati particolarmente, i Coma_Cose ci hanno abituato ad una buona dose di inventiva che qua è completamente mancata. Musicalmente il brano è pienamente scopiazzato, il testo è talmente insignificante che la parte più bella è la parola Cuoricini. Per carità, si lascia ascoltare però dai... Voto: 5 (il cinque è solo per il coraggio di presentarsi a cantare "cuoricini, cuoricini...")
07) Simone Cristicchi - Quando sarai piccola: C'è poco da dire. Poesia, amore, dolore, cura. Lacrime agli occhi e standing ovation. Voto: Ingiudicabile, sta in un altro universo rispetto agli altri 28 cantanti, è oltre.
08) Marcella Bella - Pelle diamante: Una canzone banalizzante. Certo ha voluto portare sul palco un inno all'indipendenza femminile, ma lo fa decisamente male. Purtroppo è un tema che ritorna spesso e se non si vuole cadere nella retorica da bar o se appunto non si vuole banalizzare il tema, non basta fare il compitino delle elementari, ma bisogna costruire un brano e un testo coi dovuti modi. Lei comunque sa cantare ed ha studiato un pezzo che non vada a stressare troppo la voce, lasciando solo pochi spazi che ci fanno ancora apprezzare le sue capacità canore. Nel complesso senza infamia e senza lode. Voto: 4,5
09) Achille Lauro - Incoscienti giovani: Lauro che non fa Lauro mi destabilizza sempre un po'. Forse per apprezzarlo lo si dovrebbe ascoltare scindendo i suoi testi da quelli di qualsiasi idea di cantautorato classico. Achille Lauro racconta le sue storie con un linguaggio grezzo, non particolarmente articolato e che ricalca spesso alcuni stereotipi. Tuttavia riesce a raccontare, anche con una certa sensibilità i luoghi in cui ha vissuto, colorandoli con le parole della propria generazione. Sicuramente uno dei pezzi più interessanti sentiti fino ad ora. Voto: 8
10) Giorgia - La cura per me: Che Giorgia sappia cantare lo sappiamo già (potrebbe infatti evitare alcuni vocalizzi vari ed eccessivi ma sorvoliamo). Il brano tuttavia, ma è un po' la costante di questo Festival, è totalmente banale e del tutto insignificante (come la maggior parte dei suoi testi). Voto: 5,5
11) Willie Peote - Grazie, ma no grazie: Sappiamo tutti cosa significa discorso da bar: una lamentazione o critica sterile senza alcun tipo di riflessione complessa, ricca di opinioni che scadono spesso in innumerevoli luoghi comuni. Comunque c'è del ritmo, finalmente ci si muove un po' e si ascoltano colori e sonorità un po' diversi rispetto a tutto il piattume della serata. Solo per questo lo si ringrazia e gli si da pure la sufficienza. Voto:6
12) Rose Villain - Fuorilegge: una volta finito il pezzo non ricordavo più nemmeno di averlo ascoltato. Non rimane. Nonostante si senta la sua crescita professionale e la sua capacità vocale penso sia uno dei brani peggiori che abbia mai fatto. Voto: 4
13) Olly - Balorda nostalgia: Lagnoso all'inverosimile. Mi sono anche stufato, ormai, giunti a metà della gara, di ripetere il livello infimo di certi testi (che come si diceva nella premessa, per me rivestono comunque una notevole importanza). Voto: 4
4) Elodie - Dimenticarsi alle 7: non so esattamente chi ci si deve dimenticare alle 7, ma una cosa è sicura: Elodie si è dimenticata di Elodie, l'ha lasciata a casa. In un'intervista pre-serata ha detto che finalmente si sente donna, nel senso che è cresciuta e purtroppo ne risente decisamente il carattere del brano. E' un'esempio lampante di come molti artisti contemporanei non siano minimamente in grado di reinventarsi, pensando che la crescita sia solo una questione di abbassare i toni e le sonorità, mettendoci un lieve richiamo di quello che facevano prima per poi farti capire "guarda che non lo sto facendo più". Se a tutto questo ci aggiungiamo che molte volte sembra che non ci credano nemmeno loro, ma che lo facciano solo per dare l'impressione di "quelli vissuti" il risultato è lampante. Voto:4
15) Shablo feat. Gué, Joshua & Tormento - La mia parola: Ritorno alle origini e racconto delle origini per questo quartetto. Un sound old school bello scratchato, impreziosito con sonorità Black e Gospel che lo rendono abbastanza particolare. Una composizione ben riuscita e, almeno per la musica italiana di oggi, diversa dal solito. Mai avrei pensato di parlare di musica su un gruppo di rapper ma tant'è, sono stati bravi. Canzone un po' banalotta, ma comunque nello stile. Voto: 7,5
16) Massimo Ranieri - Tra le mani un cuore: Massimo Ranieri fa il suo, fa una sua canzone senza particolari pretese, forse si è presentato a Sanremo solo per insegnare ai pischelli come si tira fuori la voce nonostante i 73 anni. Voto:6
17) Tony Effe - Damme na mano: ne deve prendere ancora di lezioni di canto il nostro Tony, più che altro per riuscire a dare un po' più di fiato a certe note. Ha comunque spiazzato tutti quelli che temevano potesse presentarsi con chissà quale canzone trap. Invece ha quasi portato un pezzo di cantautorato romano, influenzato pesantemente da Califano (che la voce bassa di Tony Effe ricalca molto bene). Lo ha tradotto nelle sue parole e nel suo modo di fare e lo ha fatto anche bene, lasciando i giusti sottintesi. Secondo me va riascoltato dopo l'ansia della prima serata. Voto: 6,5
18) Serena Brancale - Anema e core: E' forse la canzone che potrebbe avere più possibilità all'Eurovision. Il personaggio che interpreta la Brancale fa anche gran parte del lavoro con questo tipo di musica. Il brano è ritmo, calore, sensualità, un mix che spesso ha funzionato in passato. Per quanto riguarda il testo non mi sembra chissà cosa di particolare, ma nel complesso ci sta, non voleva di certo essere un capolavoro poetico. Voto: 6,5
19) Brunori Sas - L'albero delle noci: Ormai per essere definito cantautore basta poco: parole miscelate un po' a caso, qualche rima da scuola elementare, banalità e luoghi comuni dall'inizio alla fine. Se le parole hanno ancora una certa importanza Brunori non lo sa. La lista della spesa settimanale ha più senso delle sue canzoni. Voto: 4
20) Modà - Non ti dimentico: Ma che ti urli? Mal di pancia? Sintesi: fastidioso e già sentito. Alla fine con i Modà si va sul sicuro... Avrei in mente anche uno spot pubblicitario: "Modà: la stessa canzone dal 2002". Voto: 3
21) Clara - Febbre: E ci risiamo, un'altra canzone di cui non avevamo di certo bisogno. Decisamente un brano costruito male e insignificante e tutto questo è un peccato perché mi sa che Clara potrebbe essere una buona interprete, ma per ora rimane solo un'ipotesi. Voto: 4
22) Lucio Corsi - Volevo essere un duro: Se l'è scritta (bene), se l'è arrangiata (bene) e se l'è suonata (bene), cosa vogliamo di più? Viene presentato come un menestrello, un cantastorie e non tradisce le aspettative. Porta forse uno dei migliori brani di questo Sanremo in cui il racconto passa da istanti tristi a speranze, dalla dura realtà a mondi immaginari. E' la fantasia di un fanciullo che si racconta e lo fa molto bene. Voto: 9
23) Fedez - Battito: Quello che sto per scrivere va al di là di ogni mia previsione. Complimenti a Fedez. E' uno dei pochi che non solo esegue un brano, ma te lo fa sentire... Te lo fa sentire dentro. E' un brano disturbante, ansiogeno; sono emozioni e sentimenti evidentemente provati in prima persona e trasmessi senza abbellimenti all'ascoltatore. Tutto, la musica, lui con quegli occhi neri, il testo, il taglio ritmico che dà alle parole, creano un ambiente perennemente in bilico, da lasciare col cuore in gola. Voto: 8
24) Bresh - La tana del granchio: La ritmica e quegli acuti sullo sfondo mi ricordano qualcosa... Ah si è "Fiume Sand Creek" di De André, forse un omaggio alla scuola genovese da cui dicono che provenga. Purtroppo i legami con il grande cantautorato genovese terminano qui. Brano piatto, senza infamia e senza lode. Voto:5
25) Sarah Toscano - Amarcord: Questa volta "Amici" ha toppato in pieno. Fa fatica a cantare, cala su molte note, salvo poi redimersi in parte con alcune estensioni vocali non indifferenti. Possiamo dare la colpa alla giovane età e all'emozione della prima volta sul palco del Festival. Il brano resta comunque pessimo, fastidioso a tratti. Un pezzo di cui veramente non avevamo bisogno. Voto: 4
26) Joan Thiele - Eco: Mi è stata descritta come molto brava, io non l'avevo mai sentita. Sicuramente la voce ce l'ha e ce lo dimostra chiaramente, ma purtroppo sulle note basse si impasta e rende pressoché incomprensibile gran parte del brano. Musicalmente il pezzo è molto ben fatto, non particolarmente incasinato e fine. Rende bene una certa atmosfera. Si vede che la musica è stata ben meditata. Voto: 5,5 (ma va sicuramente riascoltata)
27) Rocco Hunt - Mille vote ancora: che Rocco Hunt sia banale è un dato di fatto, se poi aggiungiamo che il brano è praticamente identico a quello che ci siamo sorbiti per tutta l'estate il gioco è fatto. Penso che neanche il ritornello in napoletano per ritentare il "Golpe Geolier" dell'anno scorso possa salvarlo. Voto: 3
28) Francesca Michelin - Fango in paradiso: in linea con tutto il resto del già sentito e, sinceramente arrivati al ventottesimo cantante in gara non lo ripeto più. Voto: 5
29) The Kolors - Tu con chi fai l'amore: Loro ormai hanno imparato bene a fare i The Kolors. Si sono settati sul genere disco un po' retrò che acchiappa sempre d'estate. Sono un simpatico salto indietro nel tempo, con un buon ritmo, ma anche loro ricadono un po' nel fare la stessa roba. Strizzano un po' l'occhio ai fan della Carrà (alla fine le parole del titolo sono quelle di un suo noto brano, solo un po' riadattate) e ai fan della musica di quarant'anni fa, con un non so che di Amanda Lear. Lasceranno il segno? Fortunatamente no. Voto: 5
1- Simone Cristicchi
2- Lucio Corsi
3- Fedez
4- Achille Lauro
5- Shablo feat. Gué, Tormento & Joshua
Commenti