Gigi D'Agostino super ospite a Sanremo 2024
La notizia mi strappa un sorriso ma non riesco ad elaborarne criticamente la portata mediatica perché subito mi sblocca ricordi di tempi più felici, ovviamente nel passato. Siamo nel lontano 1999 e allora come oggi era impossibile non balbettare “a a ben warem a ben ben…” sul tormentone elettronico di “Bla bla bla”, pezzo che ha decretato il primo grande successo del Dj italiano Gigi D’Agostino.
Tempo zero e lo trovo su Youtube, più che altro per il piacere di rivedere il videoclip in formato 4:3 tutto bianco e nero, con protagonista “La Linea” il personaggio stilizzato ideato dal fumettista Cavandoli in anni ancora precedenti, usato anche in caroselli e spot pubblicitari delle pentole Lagostina. Che caso, noto solo ora la stretta assonanza dei due cognomi, Lagostina e D’Agostino…
Mi affido al buon vecchio Google e scopro che dietro a quel “nulla” nei testi e nel costrutto musicale di “Bla bla bla”, c’era proprio la voglia di rappresentare il vuoto di molte comunicazioni umane, “pensando a tutte le persone che parlano e parlano senza dire niente". Obiettivo raggiunto, direi.
Proprio mentre sto per tornare in me stessa e riappropriarmi del giusto senso critico, parte in automatico Youtube con “L’amour toujours”.
I still believe in your eyes / I just don't care what you have done in your life / Baby, I'll always be here by your side / Don't leave me waiting too long, please come by…
Un colpo basso, ogni difesa crolla, la voglia di ballare prende il sopravvento, impossibile resistere. Inizio goffa ad ondeggiare stile on the floor vintage, con l’aggravante di improvvisare, stonandole, parole mai sapute. Per fortuna nessuno mi vede e mi sente.
Almeno Wikipedia, da buona enciclopedia, apporta qualcosa di sensato e interessante, spiegando che “L’amour toujours” è il titolo dell’album in cui D’Agostino utilizza per la prima volta il pittogramma 舞 ("mai" in giapponese) che caratterizzerà abbigliamento, copertine dei dischi e gadget. In italiano significa "danzare". Per me invece significa “volare” indietro negli anni, molti, all’epoca giurassica di zero rughe e zero pensieri.
La lunga carriera di questo DJ è lunghissima, con vari pseudonimi, costellata di produzioni musicali, presenze in radio (Radio italia network e M2O in particolare), remix, collaborazioni, e idee originali come quella di “Lento violento” scelta di parole a mio avviso non troppo felice per designare uno stile tutto suo di produzioni di ispirazione afro, lente perché con “bpm” (battiti per minuto) tra gli 80 e i 110.
Arriviamo al recente stop dovuto a problemi di salute e nel 2023 la voglia di ricominciare con il nuovo album “Slowerland III”. Il concetto di lentezza ritorna, sembra importante, anche attuale, considerando le spinte sociali ad essere più slow in diversi ambiti. Ci leggo la voglia di un filone più sostenibile, anche nella musica. Ma sono solo mie divagazioni.
Infine, immagino che tutto quanto sopra potrebbe non fare di lui un super ospite, e che non segnerà la storia della musica o della radio, ma è innegabile che Dj D’Agostino abbia segnato la scena sonora e musicale a cavallo fra i due secoli, creando colonne sonore in linea con i gusti e le mutevoli esigenze della scena dance. Sembra poco?
Naturalmente è solo una mia personale opinione, solo... Bla bla bla!
Comments