Buonasera a tutti, oggi incontreremo un nuovo artista; anche questa volta sarà un grandissimo arricchimento personale poter dialogare e confrontarsi con persone che vivono di arte e creano, osservando la realtà che ci circonda.
Questa sera è il momento di Andre!
Intervista a cura di Riccardo Russo:
R:
La prima domanda è d'obbligo...come mai Andre?
A:
Sarebbe il diminutivo di Andrea.
R:
E allora come nasce Andre, il cantautore?
A:
Il mio primo approccio con la musica è stato da piccolo, quando ho iniziato a suonare la batteria, poi strada facendo mi sono reso conto che mi piaceva anche cantare e mi sono messo in gioco in questa veste qui. Ho cominciato a scrivere e mi sono iscritto alla SIAE come autore.
R:
Spiegaci come nascono i tuoi brani.
A:
Tendenzialmente parto dal testo, che nasce soprattutto da esperienze che vivo in prima persona, ma anche situazioni che mi raccontano; quindi accadimenti di altre persone che mi colpiscono. Io suono sia la batteria che la chitarra; talvolta inizio prima a provare liberamente senza uno schema, altre volte la melodia già ce l'ho in mente e provo ad adattala alle parole.
Nel primo album sono stato affiancato anche da un arrangiatore; mentre per l'ultimo singolo ho pensato io ad inserire gli strumenti e sono andata in studio a cantare e a remixare il brano.
R:
Racconti di storie allegre o di storie tristi?
A:
Una mia vecchia insegnante di canto mi disse che io ho un timbro che tendenzialmente va verso la drammaticità; infatti io tendo a raccontare temi delicati, come nel primo album, in cui ho descritto la violenza sulle donne dal titolo Mille volte.
R:
Il bisogno di sentirsi cantautore da dove viene?
A:
Il mio scopo è quello di arrivare alle persone e farle provare le stesse emozioni che ho provato io in quel momento.
R:
Penso sia arrivato il momento di ascoltare il brano...presentacelo tu!
A:
Il brano è Daunoadieci, il mio nuovo singolo.
R:
In questo brano si sente che suoni la batteria...
A:
Sì, tra l'altro una piccola chicca in più che c'è in questo brano è che suono io la batteria acustica e non inserisco come mio solito quella elettronica. Questo grazie anche al suggerimento del mio fonico.
R:
Sono d'accordo con il tuo fonico, perché anche secondo me ha dato una marcia in più al brano.
Ma chi è il destinatario di questa canzone?
A:
Sicuramente è una persona alla quale una persona può tenere molto e della quale vuole sapere realmente quali sono i suoi sentimenti. E' rivolto a qualcuno che conosco ovviamente.
R:
In quanto socio SIAE che cosa ne pensi del ritiro di tutta la musica che la riguarda sui social?
A: Io penso sia stato un danno per tutti gli artisti che si fanno pubblicità sui social, perché i punti di riferimento dei cantanti sono Instagram e Facebook.
R:
Come ti autoproduci?
A:
Io sono molto basic. Utilizzo l'ipad ed il programma BandLab.
APPROFONDIMENTI:
- Chi o che cosa ti ha spinto ad approcciarti da piccolo alla batteria?
Fin da piccolo ero attratto dal mondo delle percussioni, tutto è iniziato quando ho visto per la prima volta la banda, avevo un desiderio innato di provare a suonare la grancassa e questa è stata la scintilla.
Poi ho iniziato con una vecchia batteria abbandonata e da allora non ho più smesso.
- Che cosa ti ha permesso di levigare la tua sensibilità emotiva in ambito musicale?
Per me scrivere canzoni prima che un piacere è una necessità, questo mi permette di rendere indelebile tutto ciò che mi ha davvero colpito, persone e incontri che hanno in qualche modo segnato la mia esistenza. Il mio intento è quello di mostrarmi per quello che sono ed emozionare attraverso la mia musica.
- Il brano descrive una tua esperienza personale? Raccontaci un po’.
Certo, tutto ciò che scrivo prende spunto da mie esperienze personali. Questo brano parla dell'esigenza di conoscere il valore dei sentimenti che si provano reciprocamente in una scala da uno a dieci, da qui il titolo. È un invito a guardarsi dentro per esprimere sinceramente il proprio coinvolgimento affettivo aldilà delle semplici parole.
- Hai mai partecipato ad un contest musicale? Com’è stata l’esperienza?
In generale non amo tutto ciò che mette in competizione, specialmente in ambito musicale.
Mi è capitato in poche occasioni di partecipare a dei contest, non ero particolarmente a mio agio e sinceramente preferisco altre situazioni. Credo che la strada migliore per crescere artisticamente e farsi conoscere sia fare dei live.
- In quale città vivi? Come ti ha influenzato e come influenza la tua attività musicale?
Abito a Binasco in provincia di Milano, qui ho il mio studio in casa.
Amo la tranquillità e qui ho la possibilità di stare a contatto con la natura e questa per me è la condizione ideale per scrivere.
- Ci sono degli artisti del passato a cui ti ispiri?
Normalmente cerco di evitare di ispirarmi ad altri artisti, ho ascoltato molta musica Italiana e internazionale e credo che nella mia musica si avvertano comunque le influenze degli artisti e dei periodi musicali che ho attraversato, in particolare quelli degli anni '80 e '90.
- In quale città ti piacerebbe fare un concerto live?
La città in cui mi piacerebbe suonare è Roma.
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