top of page
17433604-words-from-magazines-form-a-colorful-background.jpg

Esce il nuovo brano di Rocco Pagliarulo, in arte Holyroh, “Ancora” che riflette in maniera profonda ed introspettiva sul concetto di casa.

Aggiornamento: 26 giu


Una casa è un’ancora, un punto di riferimento, una radice a cui tornare o ritornare, magari dopo un lungo periodo passato fuori, lontani da essa.

Un luogo dove poter lasciar andare ogni resistenza ed abbandonare ogni maschera, poiché ci si sente al sicuro.

Holyroh, con questa suggestiva immagine di copertina del brano che rappresenta per l’appunto un’ancora lanciata nelle profondità del mare, vuole rappresentare e giocare con il significato simbolico che ha per lui la parola casa, qualcosa a cui appunto aggrapparsi nei momenti di difficoltà.

Un’immagine potente ed evocativa del senso di fede, stabilità ed attaccamento che sente.

Su uno stile melodico che fonde il ritmo brasiliano al jazz (Bossanova), Holyroh descrive il mondo caotico e veloce della città a quello più lento ed introspettivo della campagna e cogliendone le differenze e peculiarità descrive ed invita l’ascoltatore a riflettere sulle proprie origini e su cosa sia importante ottenere nella vita per sentirsi a casa.



1. Come mai ti fai chiamare Holyroh?


Il nome è nato in modo abbastanza spontaneo. Su Instagram cambiavo spesso nickname, finché un giorno è venuto fuori “Holyroh” e mi ha colpito. Aveva un suono forte, identitario, e ho sentito che poteva rappresentarmi a pieno anche come artista. Così è rimasto.


2. Di dove sei e come la tua città ti ha influenzato artisticamente?


Vengo dall’Irpinia, una zona del Sud Italia a cui sono molto legato. Crescere lì mi ha dato tanto: è un posto introspettivo, un po’ isolato, che ti spinge a guardarti dentro. Artisticamente mi ha insegnato ad essere sincero, diretto, e ad ascoltare il silenzio. È da quel silenzio che spesso nascono i miei brani.


3. Raccontaci il tuo percorso musicale dalle origini fino ad oggi.


Ho iniziato a scrivere piccolissimo, ma è verso i 15 anni che ho iniziato davvero a comporre. Pubblicavo i primi pezzi su YouTube e SoundCloud, poi piano piano sono arrivato su Spotify. Ho fatto esperienza dal vivo aprendo concerti di artisti importanti come Clementino, Boomdabash, Le Vibrazioni. Nel 2023 ho pubblicato l’EP scompigliato. Dopo sono usciti singoli come luce, luna sul mare o nemico e il percorso continua… sempre in evoluzione.


4. Quando hai capito che fare l’artista era la tua strada?


Durante la pandemia. È stato un periodo complicato, e la musica è diventata una valvola di sfogo. Ho capito che non potevo farne a meno. Era più di una passione: era una necessità. In quel periodo ho iniziato a scrivere con più profondità, e ho realizzato che questa era la mia strada.

5. Raccontaci l’iter del processo creativo e da cosa ti lasci ispirare.

Di solito tutto parte da un’immagine, un concetto, un’emozione. Spesso mi ispiro anche a film, tipo quelli di Miyazaki. Visualizzo una scena, un’atmosfera, e da lì costruisco il brano: prima le melodie, poi la produzione, infine il testo. Mi piace sperimentare anche molto coi generi.


6. Parlaci del brano “Ancora”.


“Ancora” è un pezzo molto personale. Parla del differenza tra vita di città e di campagna accompagnato da una melodia bossanova che dà le giuste vibes estive.


7. Descrivici il significato della copertina dell’album.


L'intenzione era di creare un gioco linguistico con la parola "ancora" che riflettesse le vibes del brano.


8. Come si struttura una tua performance dal vivo?


Prima di salire sul palco ho i miei rituali: riscaldamento vocale, concentrazione , e un momento in cui mi isolo per connettermi con quello che sto per dire. I live per me sono fondamentali e mi impegno tanto per renderli belli.


9. Raccontaci una tua giornata tipo.


Non ho giornate tutte uguali, ma di solito inizia con la musica. La ascolto sempre anche nei momenti più improponibili.


10. C’è qualche artista del passato da cui hai preso ispirazione?


Sì, sicuramente. Ma ascolto un po' di tutto e mi sono esercitato su tanti artisti di tutti i tipi.

11. Come curi il look artistico?


Dovrei farci più caso, ma comunque rispecchia la mia musica ed il mio modo di essere.


12. Se potessi rinascere in un periodo musicale, quale sceglieresti?


Probabilmente i primi 2000. Quella fase dell’hip hop e dell’R&B aveva un’anima forte, una ricerca, un’urgenza espressiva che mi affascina. Mi sarebbe piaciuto far parte di quella scena, ma con la sensibilità di oggi.


13. Come gestisci l’ansia da prestazione prima di una performance?


L’ansia c’è sempre, ma ho imparato a trasformarla. Prima del live faccio riscaldamento vocale, mi isolo un po’ e cerco di respirare. Penso a quello che voglio dire e a chi ho davanti. Una volta sul palco, diventa tutto più naturale. La paura si trasforma in energia.




Comments

Rated 0 out of 5 stars.
No ratings yet

Add a rating

Web Radio Italiane - Sede Operativa Web -  webradioitaliane@gmail.com   - Portale di Divulgazione Musicale e Radiofonica

©2015-2025  webradioitaliane.it               Portale senza scopo di lucro                 

  webradioitaliane.com

bottom of page