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"Gocce di memoria" fa il suo debutto regalandoci un piccolo fiore pieno di ricordi.

Petali, petali ovunque...di fiori donati, fiori distrutti o abbandonati, di fiori calpestati.

Oggi parleremo di quel "piccolo fiore" che ha fatto la storia, che ha garantito il successo di un grande artista: Angelo Avarello.





Intervista a cura di Anna Roscio e Claudio D'Ancona.


Arriva prima il suo sorriso e poi l'artista, segno di una personalità sensibile, che sente le sue parole prima di pronunciarle, che tocca le curve di ogni singola lettera emessa, suonata. Un cuore vibrante che emerge dallo schermo, che sa darsi e sa come farsi ricordare.


C. D'ancona:

Com'è iniziata la tua voglia di musica?


A. Avarello:

è un guaio...tutto parte da un'idea. Dopo tanti sacrifici decidiamo di chiamare Milano e fare una prima registrazione senza etichetta. Registriamo il primo 45 giri in produzione indipendente. Abbiamo portato le prime copie nei vari negozi ad Agrigento e nei paesi vicini. Da lì, dopo circa 20 giorni, arrivano telefonate da tutti i negozi, chiedendo di portare altri dischi da vendere. E' successo l'inaspettato.


C. D'ancona:

So che il tuo brano, "Piccolo Fiore" è rimasto in classifica per molte settimane...


A. Avarello:

Nelle radio eravamo i primi. Io ho visto gente piangere. Non riesco a capire cos'ha questo brano, cosa trasmette.


PICCOLO FIORE


Il successo del brano è dato da una melodia molto coinvolgente, da una voce e da un testo che dona gioia, speranza e l'importanza dei sentimenti autentici, genuini, puri. La tenerezza racchiusa in un appellativo come "Piccolo Fiore" dato all'amata, già è di per sé un gesto delicato, che racchiude un mondo fatto di cose semplici, ma compiute da un animo sognatore.


A. Roscio:

Angelo, tu hai suonato diverse melodie, so che ti sei reinventato in altri stili...


A. Avarello:

Nel 2018 ho iniziato ad adeguarmi ai tempi di oggi ed ho fatto dei brani più elettro-swing, ma sono dell'idea che finché c'è ancora molto da scoprire di se stessi, si può sempre creare qualcosa di nuovo. Ed io ho parecchio di me da raccontare, qualcosa che neanche io so di avere. Bisogna avere il coraggio di guardarsi dentro, in profondità.


Quello che arriva è la voce del coraggio di questo artista che non si aspettava nulla di quello che ha ricevuto, delle soddisfazioni che ha trovato nella stesura del brano "Piccolo Fiore", ma tutti noi sappiamo che c'è qualcosa di magico che aleggia nel calore, nella forza d'animo e nell'umiltà che investe e innalza questa canzone.


Domanda dal pubblico:

Parlaci del brano "Oh Terra mia" dedicato ai giudici Falcone e Borsellino...


A. Avarello:

Quella è stata una strage che si poteva evitare, ma siccome volevano spaventare anche noi siciliani...ho deciso di dedicare questo brano alla mia Terra.


L'AMORE NON HA ETA'

A. Avarello: Questo è il primo brano che abbiamo registrato insieme io e Mirangel. Il brano è rimasto nelle classifiche per ben 8 settimane.


Domanda dal pubblico:

L'album "I colori dell'arcobaleno" è un titolo molto interessante! Di cosa narra?


A. Avarello:

L'ho scritto per un non vedente: mi sono immedesimato in una persona che purtroppo non riesce a vedere. Durante una guerra del 2010 e i vari terremoti che si sono succeduti nel sud America, ho pensato: ma i potenti che cosa fanno? Ho provato ad immaginare come può giudicare questo mondo un non vedente. E difatti il testo dice: quante volte hai visto i colori dell'arcobaleno, mentre io ho sempre avuto il cuore vestito di nero, perché non riesco a vedere la luce. Il brano si conclude così: se vedere è potere, preferisco rimanere al buio a sognare.


I COLORI DELL' ARCOBALENO


A. Avarello: l' 11 settembre 2001 ho scritto il brano ho scritto "Padre nostro", che descrive quello che succede in questo mondo. E' un grido di speranza per dire: quando scendi a sistemare le cose sulla Terra?


PADRE NOSTRO


GRAZIE A DIO SONO TORNATO A VIVERE

Quest'ultime canzoni dimostrano una profonda fede in Dio ed una spiritualità che pervadono e caratterizzano tutte le atmosfere dei brani di Avarello.


Ma attenzione...chi c'è ad attenderci ancora? Abbiamo un altro ospite...lui è Marco S. Rallo!

Scopriamo insieme chi è?


C. D'ancona:

Cosa unisce la fede e la musica? Parlaci del tuo musical al Teatro Impero a Marsala...


C. S. Rallo:

Il 9 ed il 10 aprile metteremo in scena questo musical dal titolo "Il Re dei Re". Si tratta di un musical che descrive la passione, la morte e la risurrezione di Gesù. Io e mia sorella abbiamo deciso di mettere in scena questo spettacolo dopo il brutto periodo del Covid. Non è stato facile organizzare questo grande progetto. Ci saranno 60 artisti sul palco. Quale miglior modo di ricominciare a fare teatro, riportando un po' di speranza e di fede in questo mondo.




L'obiettivo del musical è quello di emozionare e coinvolgere il pubblico; cambiare una realtà in decadenza in qualcosa di nuovo e vero. Il teatro, con la sua capacità di trasformare noi stessi può darci gli strumenti per vedere quello che la società cerca a tutti i costi di nascondere. La musica nello spettacolo ha lo scopo di coinvolgere e dare un'opportunità ai giovani.

Il regista ci racconta un aneddoto in cui un ragazzo, ascoltando un brano durante le prove del musical ha deciso di prendere parte allo spettacolo.


La puntata di questa sera è finita, ma io ho ancora molti petali in mano da sfogliare e tanti ricordi da svelare...ma per la prossima storia dovrete aspettare il nuovo appuntamento di " Gocce di Memoria! ".


Grazie amici per averci seguito.

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