Mi esce spontaneo, cari lettori, dopo la sbornia sanremese, scrivere qualcosa sulla musica Punk in Italia.
Perchè? Non solo per pessimismo.
Ma a parte qualche eccezione, in un paese dove regna una confusione, una divisione sociale profonda, la kermesse sanremese ha cercato di dare una ventata di buone vibrazioni, di ottimismo, di leggerezza ed emozioni.
E qualcosa di buono ha fatto. Ma dopo 2 anni di pandemia, ci vorrebbero almeno tre mesi filati di festival musicali (anche magari un po piu raffinati) per sollevare un po di coltre italica.
Torno al Punk. Tante novità di questo Sanremo erano giovanissimi (20enni o poco più) e mi sono stupito nel vedere sia la canzone vincitrice che tante altre non accennare mai minimamentealla situazione sociale e i vita che ci circonda, ma solo di una gran voglia d’amore e d’emozioni.
Come se questi freschi (...Sigh…) cantanti non avessero vissuto in questi 2 anni pandemici, o avessero già risolto ogni dolore e disagio.
Ecco perché invoco il Punk ( che in inglese vuol dire “marcio”). Il movimento Punk
è stato prezioso non tanto e non solo musicalmente, ma perché ha sempre sbattuto in faccia al mondo la ruvida verità, la grezza realtà, che invece tutte le istituzioni cercano sempre di manipolare ed abbellire.
Non mi dilungherò qui in alcuna storia del Punk nostrano, ma ricordo solo i nomi di gruppi come gli Skiantos, i CCCP, i Diaframma, i primi Litfiba, tanto per citare solo i principali.
(Mentre il punk britannico è stato molto piu famoso: Clash e Sex Pistols).
Il punk musicalmente sono qualche chitarra grattuggiata, dei bassi sostenuti e dei cantanti urlatori. Quindi non è la tecnica che conta, quanto l’urgenza dell’anima.
Alla fine degli anni ‘70, quando il punk ha avuto la sua esplosione, il suo motto era “No Future”, nessun futuro.
Contro qualsiasi ideologia dominante e non, adottato da infimi gruppi di giovanissimi ovunque.
Il punk è visibilmente un alienato, se non un alieno...
Un paese come il nostro, dove l’influenza culturale clericale è ancora potente, la musica punk ha dato un piccolo aiuto a scrostare certi bigottismi radicati.
Gruppi come gli Skiantos (primo gruppo punk italiano) col loro approccio demenziale, sarcastico, ironico alla realtà hanno dato un contributo culturale notevole al costume del nostro paese, pur non essendo stati riconosciuti.
Un gruppo come i CCCP-Fedeli alla linea che hanno fatto del guardare ad Est invece che all’America nel cuore degli edonisti anni ‘80, meritano ascolto e considerazione.
Entrambi hanno portato una ventata di vera innovazione in un panorama musicale ora abbastanza stantio e ritratto su sé stesso, e dove il successo immediato, la fama mediatica hanno stroncato il cuore e l’anima di molti cosiddetti “nuovi cantanti”.
Chiudo con una citazione di Ferretti di un santo (Salviano di Marsiglia) per esemplificare cosa significa lo spirito Punk: “Meglio vivere liberi sotto un apparenza di schiavitù, che schiavi sotto un apparenza di libertà”.
Non posso che essere d’accordo.
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