In anteprima "Kyoto canta a novembre", il romanzo inedito di Salvatore Liggeri
- Lucia Zoldan
- 17 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Kyoto canta a novembre è il nuovo libro di Salvatore Liggeri in pubblicazione domenica 18 Maggio.
Ci tengo a scrivere che per noi di webradioitaliane.it è stata una sorpresa poter leggere un libro in esclusiva e poter scrivere una recensione.
Il libro racconta il viaggio di Salvatore e della sua compagna Sara in Giappone, un’esperienza dall’altra parte del mondo e dentro la sua anima da curare. Ogni tappa corrisponde ad un passaggio fondamentale per il processo di purificazione e liberazione dalle ombre e dai fantasmi del passato e il significato che Salvatore dà alla cura delle piccole cose rende l’esperienza unica.
Kyoto canta a novembre è la storia di un’amicizia fuori dagli schemi e di un amore per le persone e per la natura, lo stesso amore che alimenta la curiosità e lo stupore che Salvatore riscopre osservando il Giappone con gli occhi di un bambino.
Nel caos dell’aeroporto di Osaka un incontro casuale diventerà fondamentale, lo scontro iniziale si trasformerà in curiosità e attrazione verso un uomo che farà da guida a Salvatore.
Haruto, un artigiano del legno quasi novantenne che riesce a guardare dentro l’animo di Salvatore diventando suo amico e perno su cui ruotano le sue destinazioni. Ogni tappa assume quindi un significato che va oltre ciò che si può immaginare e la bellezza, non tanto della meta quanto del percorso, emoziona Salvatore in un ricordo vivido e sempre presente.
I luoghi visitati sono: Osaka, Kyoto, Kinkaku-ji (il tempio d’oro), monte Kurama, tempio del monte Kurama, sentiero di Takao, isola di Chikubushima e il santuario dell’isola. In aereo, in treno e in bus Salvatore e Sara scoprono parte del Giappone con lo spirito del viaggiatore, non del turista.
È un viaggio che Salvatore ha intrapreso quasi per caso, senza pretese e senza troppe aspettative ed è proprio per questo che riesce a vivere il Giappone in modo pieno e profondo.
L’amicizia tra Haruto e Salvatore nasce in modo inaspettato ma si evolve per uno scopo ben preciso: ciò che lega le loro vite così diverse è il senso che danno alle tragedie che la vita ci fa vivere. Nel libro valgono di più i fatti che i lunghi dialoghi e, attraverso l’ultima missione accettata, Salvatore potrà reinterpretare il suo passato.
Natura, sacralità, religione, il silenzio e l’accurata descrizione dei luoghi fanno del viaggio dell’autore un’esperienza di vita. Dalla trafficata Osaka alle foreste, dai templi ai bagni giapponesi tutto sa di un profumo nuovo, un profumo che Salvatore non aveva ancora mai sentito.

Rivivere nella speranza di una vita e di un amore altrui è una forma di saggezza e consapevolezza che può essere nutrita da un sentimento di vera amicizia, come quella di Haruto che ha insegnato allo scrittore come viaggiare: guardando e interpretando col cuore e osservando sé stesso all’interno del mondo da una nuova angolazione.
Salvatore, durante la sua permanenza in Giappone, ha scritto un diario, ed è sicuramente per questo motivo che le sue descrizioni sono così realistiche e precise. Un viaggio che ha fatto con Sara, la sua compagna, una compagna discreta e sensibile, una compagna che gli ha lasciato i suoi spazi standogli accanto senza voler indagare nel suo animo nei momenti meno adatti.
Il ritorno in Italia avviene con l’animo sanato in parte e un insegnamento regalato da un uomo saggio che ha visto in Salvatore una speranza, un senso alla sua esistenza. Haruto gli ha donato un orologio raccomandandogli di lasciarlo impostato sull’ora giapponese sapendo che il tempo speso insieme rivive nel ricordo e nella sicurezza che la vera amicizia non finisce mai.
Kyoto canta a novembre svela apertamente che non sempre i nostri piani di vita si avverano. Ciò che dobbiamo fare è accettare e migliorare la nostra vita nel presente.
Il detto giapponese ricorrente nel libro Kishikaisei (svegliarsi dalla morte e ritornare in vita) ci fa ben intuire quale senso Salvatore ha dato al suo viaggio che lo ha cambiato e che gli ha fatto pensare ancora una volta all’importanza della fiducia nelle relazioni e, come l’amore, sia un sentimento senza confini geografici e ideologici.
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