Ivano Azzellino: I ragazzi di Monte Caprino. Storie di identità di genere e orientamento sessuale
- Lucia Zoldan

- 8 set
- Tempo di lettura: 4 min
Ivano Azzellino ci presenta oggi “I ragazzi di Monte Caprino. Storie di identità di genere e orientamento sessuale”, un libro che ho letto prendendo dei profondi respiri in quanto l’argomento è tutt’oggi molto dibattuto e oggetto di polemiche e critiche.
Qualsiasi sia il vostro pensiero leggere questo saggio potrà essere un valido supporto per avere una visione precisa e puntuale di un mondo che molti preferiscono non vedere.
Per chi non lo sapesse Monte Caprino è un parco nel cuore di Roma che negli anni ‘70, ‘80 e ‘90 è stato il luogo di incontro e confronto di persone non binarie che verrà poi chiuso negli anni 2000. Attualmente dovrebbe essere in fase di riqualificazione ma di fatto è tutto fermo.
Come si può leggere dalla copertina la prefazione è dell’ex senatrice Monica Cirinnà, nota per la legge Cirinnà sulle unioni civili (Legge 76 del 2016), elemento che dona ancora maggior autorevolezza alle parole di Ivano Azzellino, uno scrittore che ha saputo fondere la struttura del tipico saggio con il racconto di otto persone, calibrando così dati oggettivi, quali leggi e normative e vita vissuta dei protagonisti.
“I ragazzi di Monte Caprino. Storie di identità di genere e orientamento sessuale” può essere definito un saggio che a tratti ricorda un romanzo (curiosità: inizialmente doveva essere un romanzo).
Il saggio fa delle questioni legate alla comunità LGBTQIA+ un concetto più ampio attraverso il quale ragionare su diversità e unicità di ogni singola persona. A questo punto è giusto riportare una citazione del politico Charles Evans Hughes inserita nel libro: “Quando perdiamo il diritto di essere differenti perdiamo il privilegio di essere liberi”.
I punti di riferimento grazie ai quali Ivano Azzellino ha scritto il libro sono: storia antica, storia contemporanea, società, cultura, chiesa cattolica, diritto, politica, medicina, psichiatria, studi di settore e film. L’autore mette a confronto legislazioni di molte aree del mondo, tra le quali Europa, Russia, Asia, Stati Uniti, Medio Oriente e Perù mettendo al centro della propria dissertazione l’Italia.

Considerando l’ultimo periodo storico si può affermare tranquillamente che l’Italia abbia fatto uno o più passi indietro rispetto al passato e si evince come le conquiste sociali non abbiano seguito un percorso lineare a causa di una resistenza culturale e civica.
Matrimonio egualitario, adozioni e maternità surrogata sono temi delicati che vanno regolamentati tenendo ben presente il diritto, la medicina, la società e la cultura. (Ricordiamo che il 16 ottobre 2024 il d.d.l. contro la maternità surrogata è divenuto legge in Italia).
Nel libro non poteva mancare il riferimento all’omofobia e ai delitti efferati che si sono consumati proprio a Monte Caprino negli anni ‘80 che da luogo segreto, circoscritto e sicuro di giorno si rivelerà negli anni purtroppo un luogo pericoloso, soprattutto di notte.
Leggere “I ragazzi di Monte Caprino” ci deve far ricordare che la storia è ciclica e spesso si ripete sebbene in alcuni momenti il mondo abbia raggiunto dei traguardi molto importanti, come il 17 maggio 1990 quando l’OMS ha cancellato l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali e l’ha definita come “una variante naturale del comportamento umano”. Successivamente nel 2004 è stata scelta proprio questa data per l’istituzione della Giornata Internazionale contro l’omobitransfobia.
La repressione non può mai portare a niente di buono, solo la libera espressione della propria identità riuscirà ad essere scopo e mezzo per una società più inclusiva e variegata. Una società dove le differenze creano ricchezza e punti di vista nuovi. Fluidità di genere ed educazione sessuale soprattutto tra i giovani dovrebbero essere oggi e in futuro argomenti trattati da un mondo politico sano che, si spera, non strumentalizzi troppo le normative.
Come spiega Ivano Azzellino nel libro “orientamento sessuale e identità di genere non sempre vanno a braccetto” e ognuno di noi deve sentirsi libero di vivere quello che è, senza il peso del giudizio pressante di un mondo che a volte ci vorrebbe tutti omologati a un prototipo di uomo e donna mai esistiti realmente.
“I ragazzi di Monte Caprino. Storie di identità di genere e orientamento sessuale” va oltre la definizione di saggio: è un racconto preciso e puntuale che lascia spazio a citazioni del mondo cinematografico di diverse epoche storiche. Come il film tedesco Anders als die Andern del 1919 diretto da Richard Oswald che tratta temi dell’omofobia e delle persecuzioni degli uomini omosessuali avvenute seguendo i dettami dell’art. 175 del codice penale tedesco del tempo.
Altro esempio è il Production Code di Hollywood del 1934 codice di censura di film che trattavano di argomenti come il crimine, il peccato, le droghe e i “comportamenti devianti”.
Alle mie domande “Come sarebbe vivere senza maschere?” e “Quanta strada dobbiamo fare ancora?” Ivano Azzellino mi ha detto che per lui è giusto vivere mostrandosi al 90% lasciando quel 10% di riservatezza senza svelarsi completamente per mantenere un contatto autentico e unico con noi stessi.
Per quanto riguarda la seconda domanda la strada è ancora lunga e in salita ma lui vuole essere ottimista. Ricordiamo che nel 2024 il Policlinico Gemelli di Roma ha aperto un ambulatorio per la disforia di genere e che nel 2027 l’EuroPride si terrà a Torino, un’occasione per l’Italia di dimostrare il suo impegno e la sua cultura a livello legislativo e umano.









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