“Prima che sia notte” è il brano di Sòl che si insinua tra le parole non dette e le ore che scivolano inesorabili, ma è proprio lì che il cuore scorre e resta nell’attimo.
- Luigia Tamburro
- 9 ore fa
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“Prima che sia notte” è il singolo di Sòl, un brano che è un dialogo interiore sul tempo che abbiamo vissuto e che vivremo; è una dichiarazione con se stessi sulle proprie emozioni, un richiamo ad esprimersi prima che sia troppo tardi.
L’artista ci spinge a dare il massimo, a non lasciarci spaventare dalla paura di sbagliare a causa di false convinzioni e limiti.
Un brano, dunque, intimo e personale che dà valore ai dettagli, alle sfumature, che dà importanza alle pause, agli spazi sospesi, ma ricchi di significato, perché pieni di un vissuto interiore immenso, nostalgico e profondo.
-Perché il nome Sól?
banalmente, perché a livello timbrico e di gusto personale mi piace molto il soul come genere, poi sicuramente anche perché un tratto della mia personalità è quello di essere molto solare, energica, coinvolgente e questa è una caratteristica che in realtà è un po’ in antitesi con il mio modo di vivere le cose. quindi è sia un riferimento alla musica, sia un modo per evidenziare questo dualismo del mio modo di essere e relazionarmi con quello che mi accadde.
- di dove sei e come la tua città ti ha influenzato artisticamente.
Sono nata a La Spezia, ma ho sempre vissuto in un paesino molto isolato e di conseguenza intimo, questo modo di vivere mi ha insegnato a cercare sin da subito l’essenza nelle cose e soprattuto a cercare dentro di me. Diciamo che ho sempre visto il vivere nel verde, in mezzo alla natura, e un pò isolata da tutto il resto, come un’opportunità invece che come un vincolo. Ad oggi vivo a Genova, anche questa città mio sta insegnando tanto, mi sta aiutando in questo processo bellissimo di ricerca artistica e umana di me stessa, oltre che a darmi modo di fare conoscenze davvero preziose.
- Quando hai capito che fare l’artista era la tua strada? C’è stato un evento in particolare che te lo ha fatto comprendere?
Non ho mai deciso di fare musica, o meglio non ho mai sentito di avere alternative, è stato più un richiamo. Certe cose nascono con te, ti accompagnano e cambiano insieme a te, la musica la vivo esattamente così. Ho iniziato a cantare da molto piccola, poi mi hanno raggiunto anche il pianoforte e la danza, sinceramente mi è sempre piaciuto respirare arte. Semplicemente le esigenze cambiano man mano, e io ho iniziato a sentire l’esigenza di cantare le mie parole, di seguire il mio flusso e mostrarmi esattamente per quella che sono e voglio essere.
- Raccontaci l’iter del processo creativo che segui per la creazione di un brano e da cosa ti lasci ispirare.
Mi lascio ispirare da tutto quello che c’è, penso che ogni cosa possa essere resa speciale in base a come la si vive e la si percepisce, tutto il resto va lasciato al di fuori. Il mio iter creativo consiste prevalentemente nello spogliarmi della mia razionalità che mi sta costantemente addosso e i fa pesare il giudizio, una volta che decido di lasciar andare tutto diventa più mio.
- Parlaci del tuo brano “Prima che sia notte” di cosa parla e come hai trovato l’idea per scriverlo?
Prima che sia notte è stata la prima canzone che ho scritto, è il mio modo di percepire il mondo che corre, le cose che si spengono ancora prima di averle percepite, la superficialità che riveste le cose più belle, quelle più banali. È il mio modo di dire che a volte mi sento strana, perché penso tanto a quello che mi gira intorno e vorrei che questa cosa fosse più comune, che ci fosse più consapevolezza di questa frenesia, che smettessimo di rincorrerci e iniziassimo a camminare guardando un po di più il resto.
- Come si struttura una tua performance dal vivo?
Di solito nelle esibizioni live mi piace accompagnarmi con la tastiera, la trovo una circostanza molto intima ed essenziale, mi aiuta a rendere le sfumature e i colori dei brani.
- Raccontaci una tua giornata tipo.
Alla vita di tutti i giorni sono una studentessa di economia e lavoro come insegnate di canto in una scuola privata di canto moderno. Sono sempre di corsa per cercare di incastrare tutto, ma alla fine sono affezionata anche a questo modo di vivere i miei tanti modi di essere. Nel tempo che resta scrivo, mi diverto a produrre, faccio conoscenze musicali, ascolto musica live, riesco ad essere un pò più Sol
- C’è qualche artista del passato da cui hai preso ispirazione?
Mi piace ascoltare tante cose, diverse tra loro, più recenti e meno, la curiosità per me è la fonte primaria dell’ispirazione.
- Come curi il look artistico?
Il mio look artistico non è troppo pensato, è quello che mi fa stare bene con me e che mi permette di concentrarmi su quello che davvero importa.
- Se potessi rinascere in quale periodo musicale sceglieresti di vivere?
Probabilmente tornerei indietro di un bel pò, quando la musica era un pò più di nicchia, quando veniva più riconosciuta, quando si poteva fare delle parole una poesia. La leggerezza di oggi mi piace, non posso disdegnarla, ma a volte inizia a pesarmi.
- Come gestisci l’ansia da prestazione prima di una performance?
Semplicemente mi concentro su quello che sento, l’energia si canalizza in emozione e la musica diventa un mezzo di trasporto che ognuno usa per andare dove vuole, per evadere o per pensare. Ogni esibizione è un’opportunità di essere me, di farmi ascoltare e dire la mia.
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