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Immagine del redattoreLuigia Tamburro

Prince, un coraggioso senza confini.




Occhi magnetici, uno sguardo penetrante, una voce profonda ed uno stile inconfondibile.

Lui è Prince.

Perché è importante riportarlo in luce?

Negli anni 80' è stato tra i primi a mettere in discussione se stesso, a presentare un look androgino ai concerti e a farne un simbolo, un nome.

Il suddetto è la perfetta combinazione tra il maschile ed il femminile, che si fondono per creare un nuovo genere, non necessariamente definibile da un'etichetta.

Si può infatti dichiarare che questo simbolo esprima l'amore tra gli individui a prescindere dal tipo di sesso e dalla religione.

L'artista anticipa, quindi, il concetto di non binarismo di genere e lo fa mostrandosi con abiti che all'epoca hanno suscitato scalpore e indignazione per la loro coraggiosa sconfinarietà: trucco, tute succinte, accessori femminili, e chi più ne ha più ne metta.

Il connubio estetico e spirituale del maschile e del femminile fanno sì che il cantante possa manifestare liberamente nelle sue performance il suo totale eros e fascino indecifrabile.

I videoclip rappresentano una libertà di espressione che mettono in continuo dialogo la parte maschile e femminile di Prince, come se fossero l'una lo specchio dell'altra.

Sulla scia luminosa del coraggio di questo artista, molti altri hanno seguito le sue orme, giusto per citarne qualcuno: Achille Lauro ed i Maneskin, che hanno rivoluzionato con il loro stile e carisma, nonché talento ed originalità dei testi, il format sanremese del 2021.

Di seguito vi mostro alcune videoclip che esplicano gli inizi di questo tema e la sua evoluzione.



PRINCE & THE REVOLUTION - KISS





ACHILLE LAURO - MALEDUCATA





MANESKIN - I WANNA BE YOUR SLAVE












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