E non possiamo che iniziare a presentare il nostro prossimo artista con un incipit di impatto. E' cosi che introduciamo il cantautore e polistrumentista Jocondor, che si racconta a Webradioitaliane con l'uscita del suo nuovo e "provocatorio" singolo Me ne vado a Zanzibar , in collaborazione con LA PELAGATTI, mettendo la sua voce al servizio di questo brano di questo brano.
Il testo è un esperimento coraggioso di un linguaggio diretto e fuori dalle convenzioni sociali. Un incoraggiamento ad uscire dalla nostra zona di confort; a svegliarci da quel torpore che mantiene sopite le nostre emozioni.
Non siamo robot, ma esseri umani, con fragilità, alti e bassi dell'umore; talvolta stufi di ascoltare le ipocrisie e le lamentele degli altri.
E allora è meglio partire, lasciarsi tutto alle spalle, come un lavoro che non ci piace, una casa alla quale sentiamo di non appartenere e tutte le false sicurezze.
Il risultato è un connubio ed un perfetto equilibrio tra ironia, sarcasmo pungente e una buona dose di sano umorismo.
Dopo il primo ascolto? BUON UMORE ASSICURATO!
1. Perchè hai scelto di chiamarti Jocondor?
Be' perchè mi hanno sempre chiamato così fin da ragazzino. Durante l'esperienza coi MODA', il mio nome d'arte era JOEPITONE, poi ho cambiato animale, sono tornato alle origini e, visto che ho tanti legami con il Peru', ho deciso di soprannominarmi col nome del pennuto delle Ande.
2. Di dove sei e come la tua città ti ha influenzato artisticamente.
Sono di Milano, esattamente di Cologno, la periferia milanese che sa di ghetto, con bidoni della monnezza incendiati e carrelli della spesa in giro per la strada. Scherzi a parte, Cologno e' la quasi città che mi ha influenzato tantissimo musicalmente. Sai qui racconto storie di provincia, a volte autobiografiche, a volte no, ma sicuramente legate al mio territorio come ad esempio SETTALA DIAMOND WOMAN o FORGET VIGNATE o la stessa COLOGNO TONIGHT (Settala, Vignate e Cologno sono tutti comuni dell'hinterland milanese nda).
3. come si chiama il tuo genere musicale?
A me piace chiamarlo UNIVERSAL DEMENZIALE perché non mi limito ad un unico genere ma spazio dal rock alla disco, dal metal al pop, sempre con testi ironici, surreali e demenziali a volte volgari.
4. Raccontaci una giornata tipo del mondo di JOCONDOR.
Mi sveglio la mattina e, dopo una frugale colazione, vado a correre; poi mi connetto ai social (più spesso mi connetto ai social rispetto all'andare a correre). Ho in mente solo di chiudere affari, grandi affari e di beccare tipe..sulla prima cosa non sono molto bravo e sulla seconda modestamente sono proprio na' sega!!
5. Da cosa trae ispirazione "Me ne vado a Zanzibar"?
Be' dall' atteggiamento uggioso e svogliato di molta gente che resta ermeticamente chiuso a crogiolarsi nei propri mali, talvolta inesistenti, piuttosto che pensare a divertirsi . A volte bisognerebbe mandarli a quel paese piuttosto che preoccuparsene e andare a ZANZIBAR appunto.
6. Raccontaci il processo creativo che ti ha portato a produrre questo brano.
Una sera sono uscito con il mio amico e co-produttore dell'album Chris Martinazzi e dopo una serata sui navigli (la zona dei locali a Milano nda) abbiamo iniziato a sparare cazzate sull'idea di mollare tutto etrasferirci a Zanzibar; così abbiamo iniziato a canticchiare : "..sai che c'è!?Che me ne vado a Zanzibar... cazzi tuoi!...". Ho acceso il registratore ed ho memorizzato l'input. I giorni seguenti ho sviluppato l'idea scrivendo testo e musica. Questo brano non doveva essere in questo disco la cui line-track è praticamente già definita..eppure...
7. Hai annunciato l'uscita del nuovo album"Empereor Bancalis"...di cosa tratterà?
Sì..non so ancora quando, ma sto lavorando al nuovo disco, sono dieci brani, uno diverso dall'altro (sai che mi piace essere UNIVERSAL). Alcuni scritti durante la pandemia e che quindi risentiranno di quell'atmosfera ed altri no. Il filo conduttore è l'amenità. Il titolo EMPEREOR BANCALIS, come gli altri titoli dei miei precedenti lavori, può voler dir tutto e niente. Ognuno gli attribuisce il significato che vuole
8. E' previsto anche un tour?
Ma dai...troppo sbattimento...
9.Solitamente come funziona una tua performance live?
Premesso che sono undici anni che mi sono ritirato dalla scenalive.
I miei concertazzi sono sempre stati basati sullo shock rock con maestose scenografie e tanto burdello (ricorda che ho avuto anche una tribute band parodia dei kiss di cui sono grande estimatore). Mai avuto purtroppo spettacoli pirotecnici perchè altrimenti i piccoli palchi su cui ci siamo esibiti avrebbero preso fuoco e poi perchè costavano troppi soldazzi (sigh..).
Durante il THE LAST BRONCHOSAURUS TOUR giravamo con la testazza di cartone di un BRONCOSAURO a cui si accendevano gli occhi a ritmo di musica.
10.Ti hanno mai criticato per i tuoi brani?
Ah! Continuamente.. Mi hanno criticato per il mio cantatosguaiato, stonato, eh che devi fa'... non hanno mai capito la mia arte. Mi hanno anche censurato per i testi: ricordo una volta, durante un live nel lodigiano ci tolsero il volume per le volgarità che dicevo. Io sono fatto così parlo come mangio o meglio canto come mangio.
11. Mandaci i tuoi saluti.
Be' facciamo così: quando vado a Zanzibar ti mando i miei saluti. Promesso!!
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