Walter Di Fiore ci racconta “Prima persona singolare- La vita che cambia in un istante”
- Lucia Zoldan

- 6 set
- Tempo di lettura: 3 min
“Prima persona singolare – La vita che cambia in un istante” è la seconda raccolta di racconti dell’autore Walter Di Fiore (la prima è intitolata “Il fuoco freddo”, pubblicata nel 2021).
Edito da Graus Edizioni “Prima persona singolare” è strutturato seguendo tre generi: fantasy, comedy noir e drammatico. La scelta di scrivere un altro libro di racconti è data dal desiderio di intrattenere i lettori e di cimentarsi nell’ideazione di nuove storie, sperando, in qualche modo, di far ragionare sul significato dell’imprevisto.
Il primo racconto “Glare: la donna di fuoco” è un fantasy e la protagonista è una ragazza mutante cresciuta in un orfanotrofio in Russia. Nei momenti bui saprà non farsi prendere dal panico e saprà adattarsi in parte ad un mondo progettato per altri tipi di umani, non per mutanti. Il rifiuto, il distacco e l’abbandono faranno scaturire in Glare l’energia motivante per cambiare vita attraverso l’accettazione e la gestione corretta dei propri poteri.
La sua condizione di mutante spesso non è di aiuto per Glare che ricerca costantemente l’accettazione della sua situazione come qualsiasi altro essere umano. Quando si troverà quasi completamente sola allora Glare farà uno switch e si scoprirà più forte e più matura trasformandosi e crescendo come personaggio e come persona.

“Il principe custode”, scritto con Cristiano Di Maio, è a tutti gli effetti un esperimento. Con questo racconto Walter Di Fiore è riuscito a mettere nero su bianco il genere comedy noir.
Ambientato a Napoli, città natale dell’autore, “Il principe custode” vuole essere anche uno spunto per ricercare le storie, le leggende, la cultura e le usanze di una città unica. Per Walter Di Fiore Napoli è come una donna che aspetta di essere scoperta, con i suoi pregi e suoi difetti.
Prevaricazioni, ingiustizie, privilegi e illegalità si confondono tra rassegnazione e magia: un fantasma sarà d’aiuto a gente semplice che cerca da tempo giustizia invano. Walter Di Fiore vuole sottolineare come l’elemento magico sia uno dei fattori concomitanti per l’epilogo della storia insieme e non necessariamente quello determinante.
Sebbene le origini dello scrittore abbiano fatto solo da sfondo non si può certo negare come le sue radici e la sua formazione abbiano avuto importanza per una storia completamente inventata.
Napoli ed esoterismo vanno a braccetto e l’idea che purtroppo ci voglia qualcosa che vada oltre lo scibile umano per poter fronteggiare il male che dilaga senza limiti rende “Il principe custode” un racconto velatamente comico e a tratti ironico. L’ironia della sorte è uno degli elementi che mi sono piaciuti di più.
Facendo un parallelismo con il teatro possiamo ricordare la commedia teatrale “Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo scritta nel 1945 che vide due adattamenti cinematografici, uno nel 1954 e uno nel 1967, quest’ultimo con la regia di Renato Castellani e interpretato da Vittorio Gassman e Sophia Loren.
“L’ultimo saluto” è un racconto a tutti gli effetti drammatico. Il senso di impotenza di fronte alla paura di perdere qualcuno e l’imprevedibilità delle scelte delle persone ci rende più vivi.
Di fronte a certe situazioni, nell’età matura, ci si trova spesso soli e il peso dell’esperienza ci fa capire quanto la nostra mente sia “allenata”. Per Walter Di Fiore la meditazione può essere un valido alleato per reagire a sfide difficili.
Il sentimento di vicinanza tra sconosciuti nei momenti di dolore e attesa di una risposta ci fanno capire quanto sia illusorio l’equilibrio della vita. Salute, vita privata e lavoro quasi mai sono in asse, infatti, la vita ci riserva delle brutte sorprese soprattutto quando pensiamo che il peggio sia passato.
Concludendo anticipiamo che l’autore Walter Di Fiore ha in cantiere una sceneggiatura per un possibile progetto cinematografico.
Rimaniamo in attesa di futuri sviluppi e consigliamo di leggere, quando vi pare, “Prima persona singolare – La vita che cambia in un istante”.









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