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"E se ci capiamo solo alla fine del nostro viaggio, io voglio rimanere vecchio per sempre..."

...per stare con me, per stare con te finalmente"


La frase che ho appena citato è il verso di uno dei brani dell'Ep di Giovanni Santese, Forever Vecchio.

In queste parole si racchiude l'intero messaggio e filo conduttore di tutte le canzoni ivi racchiuse: la saggezza dell'età matura, portatrice di esperienze più consapevoli, trasparenti e dirette, perché guidate dalla fiducia in se stessi; al contrario la gioventù é rappresentata come una strada piena di tormenti ed inquietudini, in cui si agisce d'istinto.

L'artista descrive la sua vita da giovane come un percorso in cui faceva difficoltà a mostrare la parte più vera di sé; all'opposto metteva in scena tante possibili maschere per sentirsi meno fragile.

Ed è così che mi ricollego alla frase principale, in quanto se l'artista afferma che essere vecchio lo ha fatto avvicinare alla parte più autentica, di conseguenza essa diviene anche quella più bella.

Finalmente il protagonista della "storia" ha deciso di accettare se stesso e guardarsi allo specchio non è mai stato tanto sorprendente.

Se vogliamo fare un collegamento letterario, in "Forever Vecchio" Dorian Grey si arrende ad una vecchiaia, che non è indice di degradazione interiore, ma al contrario diventa simbolicamente portatore di un nuovo modo di vedere le cose, che fa dell'età matura un motore di vibrazioni positive che avvicinano e non allontanano gli altri.

Dorian Grey non desidererà più l'eterna giovinezza fino a perdere la sua identità e la possibilità di un amore, ma qui gli viene concesso un nuovo finale, in cui sposta l'attenzione dalla sua immagine per osservare e amare quello di qualcun altro.




- di dove sei e come la tua città ti ha influenzato artisticamente.

Sono nato in provincia di Taranto, a Grottaglie. Sicuramente la mia formazione è avvenuta qui, perché qui ho iniziato a suonare, avere la prima band, scrivere le prime canzoni ed andare ai concerti. Però poi comunque sono andato via per un bel po’ di tempo, tra Roma e Bologna. Ho presto un po’ da ogni posto in cui sono stato, come è abbastanza normale che avvenga, e come scrivo pure in una canzone del primo album come non giovanni, Ho deciso di restare in Italia, se ti va di ascoltarla, hai una risposta più approfondita lì J


- sono andata a curiosare sul tuo profilo Instagram. Mi piace questo accostamento tra musica, arti visive e animazione. Che cosa vuoi comunicare con questo stile?

Tutto quello che vedi è frutto delle cose che decido di fare man mano che vengono fuori i singoli del disco. È sempre divertente espandere il significato delle canzoni attraverso le grafiche e le storie pensate per i videoclip. È un processo ermeneutico affascinante per cui, qualcosa che hai scritto per un motivo, lavorandola con altri e secondo i loro punti di vista, si arricchisce di significati diversi dallo spirito originario.


- raccontaci il tuo percorso artistico fino ad oggi.

In breve: ho fatto due album come non giovanni, Ho deciso di restare in Italia (2014) e Stare bene (2017), poi come Giovanni Santese, questo di cui parliamo oggi Forever Vecchio (2023) prodotto da Taketo Gohara, mentre la label è sempre la stessa dall’inizio, Irma Records.


- come si collegano i tuoi studi artistici con la vita privata. Sei cantante o fai anche altro?

Ho sempre fatto musica accanto a tante altre cose. Come attività che mantiene un piede al sicuro ho scelto di fare l’insegnante.


- quando hai capito che fare il cantautore era la tua strada?

Scrivere canzoni e poi quindi farle ascoltare ha preso da prestissimo il sopravvento su ogni altro interesse che mi facesse stare bene. Non ne posso fare a meno da quando ho iniziato e cioè intorno ai 14 anni.


- i testi che scrivi da cosa trovano ispirazione?

Non c’è una regola ma di solito quello che mi fa scattare la voglia di scrivere è qualcosa di legato alla mia vita. Ma non sempre, a volte ho scritto per un articolo di giornale, un libro, un film o un discorso con un amico. L’imponderabilità dell’ispirazione è quello che la fa essere un’esperienza quasi magica, e così è bello che resti.


- hai un modello di riferimento come artista?

Sono cresciuto con i cantautori italiani, l’uso della lingua italiana e la libertà artistica che caratterizzava quegli anni tra i 70 e gli 80 mi ha sicuramente condizionato nella visione del mio lavoro.


- Parliamo dell’album che ci hai portato. Spiegaci dove e come è nato.

Forever Vecchio è frutto di un lavoro lungo due anni con Taketo Gohara, e della preproduzione mia e di Mirko Maria Matera. Dopo la scelta dei brani abbiamo registrato al Wunder Kammer studio di Alessandro Asso Stefana in provincia di Brescia. L’album ha puntato all’essenza e all’autenticità, le canzoni sono un distillato tra tantissime altre canzoni che avevo scritto nel tempo.






- qual è il tema che lega tutti i brani?

Non c’è un tema ma c’è uno spirito comune con cui sono stati scritti, ed è quello della title track, Forever Vecchio, questa accettazione della fallibilità, questa consapevolezza di essere quello che si è nel bene e nel male.



- l’idea di accostare in “Forever Vecchio” un termine inglese ed uno italiano è stata una scelta casuale o con un intento specifico?

Deriva solo dal gioco di parole con Forever Young ed è solo una cosa presente nel titolo, perché poi in realtà nella canzone la traduco in Vecchio per sempre.


- nei tuoi brani ho notato che ci sono molti riferimenti alla letteratura. Sei un appassionato in materia?

Amo l’arte e la letteratura tutta si.


- ci spieghi il significato della copertina dell’album? Molto interessante aggiungerei.

Il simbolo che ho ideato sintetizza le due parole del titolo, Forever e Vecchio: l’intreccio stilizzato dei serpenti rappresenta l’eterno ritorno, la ciclicità del tutto, mentre la luminaria è il simbolo che ho scelto per esprimere il concetto di “vecchio”, che è bello e brutto al contempo.


- quali strumenti hai utilizzato?

La luminaria è stata realizzata a mano da Valerio D’Elia di Gipsy Light, poi l’abbiamo fotografata con Cosimo Calabrese, e l’impostazione grafica del tutto è invece di Pierfrancesco Pepo Annicchiarico.


- sei autodidatta o ti ha aiutato un producer? Descrivi l’iter del tuo processo creativo in generale.

Scrivo le canzoni sempre da solo, testo e musica. In questo disco poi, come dicevo anche prima, gli arrangiamenti li ho curati insieme a Mirko Maria Matera, con cui ho stretto in questi anni una bellissima collaborazione artistica.


- hai mai partecipato ad un contest musicale?

Ho partecipato a concorsi minori, ad esempio il mio primo ep come non giovanni è stato prodotto grazie alla vincita di un concorso a Ferrara, ma non ho mai partecipato ai vari Talent della tv, non mi ci sono mai immaginato come nel luogo adatto a me.


- hai mai fatto un concerto live? Hai qualche tour in programma?

Beh si, di live ne ho fatti tanti, in tutta Italia. E anche per questo disco stiamo organizzando un tour di date. Ho ideato insieme a Lorenzo Kruger (Nobraino) uno show con monologhi, canzoni e momenti di interazione col pubblico, che nelle prime date è stato veramente una soddisfazione portare in giro e che non vedo l’ora di replicare.


- qual è il desiderio musicale non ancora realizzato?

Quello che voglio è fare sempre in maniera libera quello che faccio, sfornando dischi e tour finchè ne avrò voglia all’infinito.


- dacci tutti i tuoi profili social.

giovanni_santese IG

santesecanzoni FB

giovanni santese tv YT


- mandaci un saluto.

Grazie per tutta la curiosità nelle domande e speriamo di incrociarci ancora.







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