Avete mai sentito parlare di "Medicina dell'Arte "? Ebbene sì, esiste una medicina dedita all'arte e allo spettacolo di cui non tutti sono a conoscenza. Io l'ho scoperta grazie alla partecipazione al 4° "Convegno Internazionale della Medicina e Arti della Performance" di qualche anno fa. Non vi nego che per me è stata una vera rivelazione: la scoperta di un nuovo mondo, ed oggi ho deciso di parlarvene. La prima domanda che sorge spontanea è: "ma perché gli artisti hanno bisogno di particolari medici? Che hanno di diverso dalle altre persone?"
La medicina dell'arte è una pratica, una branca, della medicina ufficiale. Quindi nulla di fantascientifico. Essa si occupa di conoscere e prendersi cura dell'artista e dell'arte. Non è arteterapia, attenzione! Si occupa della medicina dell'arte che è tutt'altra cosa! È composta da un'équipe, non viene eseguita singolarmente ma da medici, fisioterapisti, coreografi, costumisti ecc.. L'équipe non intesa come multidisciplinarietà, ma come interdisciplinarietà. Serve a garantire, revisionare il repertorio, prevenire, fare abilitazione, dare idee, creare confronti ecc. Il medico dell'arte è colui che si occupa a 360° dell'artista.
Vi chiederete: ma chi è l'esperto che lo forma, cioè che forma questa categoria? Esso si forma con delle linee guida fatte appositamente. Tutto ciò per prevenire, curare ed educare l'artista. Un medico dell'arte deve conoscere etica, filosofia, fisiopatologia e patologie di ogni arte. Ciò che per il medico dell'arte è una malattia ( secondo le linee guida) per noi può non esserlo.
L'artista penetra dentro la musica, celebra il corpo, ha bisogno di silenzio, ha bisogno di sentire gli spazi, vive di suoni, combatte il tempo, guadagna lo spazio fisico e psico, sfida la morte, vive di emozioni, rappresenta la nostra ricchezza della vita, del sorriso e dell'armonia. Tutto ciò si scontra con il mondo della Medicina, ma il medico dell'arte è colui che deve gestire l'artista a 360°.
E pensare che ci sono ancora persone che oggi ritengono il lavoro dell'artista solo un hobby o un lavoro di serie B, sottovalutando tutto ciò che vi è dietro. Ma si sà, gli artisti sono molto determinati e sanno combattere per le loro ambizioni... e a tal proposito voglio concludere con una frase che sentii proprio in quel convegno dal Dott. Alfonso Gianluca Gucciardo, Medico dell' Arte, dello Spettacolo e della Voce: "Farlo non si poteva. Il folle che ne sapeva? Lo fece e....ci riuscì ".
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