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“Solo”, il nuovo progetto degli Es Nova dove musica e arte si fondono per smuovere il nostro sguardo sul flusso continuo della vita.

  • Immagine del redattore: Luigia Tamburro
    Luigia Tamburro
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  • Tempo di lettura: 4 min
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Oggi vi portiamo dentro un progetto che sta attirando l’attenzione di tutti gli amanti della musica e delle arti visive. Gli Es Nova tornano con “SOLO”, un’esperienza che unisce suono, immagini e narrazione in un modo completamente nuovo.

Un evento che esplora l’essenza dell’essere soli: non come isolamento, ma come spazio creativo, come punto di partenza per guardarsi dentro e trasformare ciò che si scopre in qualcosa di straordinario.


E ciò che rende “Solo” ancora più unico è la collaborazione con il capolavoro de “l’uomo con la macchina da presa” di Vertov.

Uno strumento che non si limita a riprendere, ma che osserva, indaga, cattura la realtà con un linguaggio visivo rivoluzionario. Questa prospettiva ha influenzato profondamente l’estetica del progetto: movimenti dinamici, dettagli che diventano protagonisti, sguardi che raccontano più delle parole.

La visione vertoviana porta dentro “Solo” un senso di autenticità e spontaneità, trasformando ogni istante in un frammento vivo, pulsante.


Il risultato è un evento che non si guarda soltanto… si vive.

Un incontro tra musica e immagine in cui ogni scelta, ogni scena, ogni suono è un invito a scoprire qualcosa di nuovo – su ciò che vediamo e su ciò che siamo.


Tra poco gli ES Nova ci sveleranno come è nato questo percorso e cosa si nasconde dietro la loro nuova creazione.

E credetemi: “Solo” è uno di quei progetti che lasciano domande… ma anche una voglia irresistibile di scoprirne di più.”



Chi sono gli ES Nova?

 

Gli ES Nova sono un collettivo che si dedica alla musica estemporanea e alle arti visive, portando performance in contesti non convenzionali come cinema, teatri, musei e gallerie d’arte.

 

Come descrivereste il vostro stile a qualcuno che non vi ha mai sentito prima?

 

Ci siamo impegnati a lavorare per sottrazione rispetto ai vari stili musicali, a pensare in modo non idiomatico. Ci auguriamo quindi che quello che facciamo non suoni rock, ambient, jazz o altro, ma che li attraversi solamente.

 

Parliamo di “Solo”: cos’è esattamente e come nasce questa idea?

 

Solo è un lavoro che unisce musica e videoarte. Partendo dal suono, abbiamo strutturato poi l’immagine, dando a quest’ultima una scansione e un ritmo propri a partire dal registro musicale. Abbiamo scelto immagini tratte dal capolavoro di Vertov, dialogando con il suo modo di intendere il cinema e il lavoro sull’immagine.

 

Il titolo incuriosisce parecchio… perché proprio “Solo”?

 

Per tanti motivi. Il nostro ultimo lavoro, Noi, ha voluto inquadrare maggiormente la dimensione collettiva; Solo riporta invece l’attenzione più sulla dimensione individuale. Questo guardare il mondo essendone allo stesso tempo dentro e fuori, vicini e lontani, osservatori e osservati – dimensione che tocca da vicino proprio l’idea di meta-cinema di Vertov – è probabilmente molto vicina alla condizione soggettiva di oggi.

 

Oggi costruiamo il mondo a partire dai nostri device: non solo lo osserviamo così com’è, ma lo costruiamo ogni giorno, sempre più radicati nella nostra prospettiva soggettiva e autoriferita. Vediamo e pensiamo il mondo nel suo farsi, essendone contemporaneamente immersi e distaccati. In questa condizione l’uomo diventa sempre più alienato e solo.

 

Quanto lavoro c’è stato dietro la creazione di “Solo”? Ci raccontate un episodio del backstage?

 

Il lavoro di preparazione è sempre molto complesso. Si lavora in una direzione, convinti che sia quella giusta, ma quasi sempre si prendono poi altre strade. Prima delle sessioni di Solo abbiamo fatto altre giornate di registrazione, sempre insieme a Claudio Pietronik, convinti che fossero le tracce definitive. Tuttavia sentivamo che qualcosa non andava: c’era in campo troppa “mente”, troppa poca fluidità.

E dopo aver quasi finito il mix, convinti di aver ultimato la parte musicale, abbiamo deciso di cestinare tutto, completamente, e di ricominciare da capo.

 

Quali artisti o esperienze vi hanno influenzato nella realizzazione di questo nuovo progetto?

 

L’idea di tornare alle fondamenta, alle basi di qualsiasi discorso. In questo caso, le basi sono state il suonare insieme, con una strumentazione minima, interagendo in base alle idee e agli stati del momento. Quello che ascolterete è il risultato di questo approccio.

 

C’è un brano degli ES Nova che secondo voi rappresenta meglio lo spirito di “Solo”?

 

Ci auguriamo tutti e tre i brani di Solo.

 

 

Com’è il feeling con la vostra community? Quanto incide l’energia del pubblico sul vostro lavoro?

 

L'energia del pubblico è molto importante. La dimensione estemporanea permette di comunicare in tempo reale con lo spettatore e con il calore o la freddezza che passa dall’ascoltatore a noi. Questo scambio contribuisce alle scelte che facciamo a livello musicale.

 

“Solo” segna un nuovo capitolo per voi? In che modo? 

 

Probabilmente Solo ci ha resi ancora più convinti della forza inarrestabile di queste immagini e del loro modo di raccontarci la realtà attraverso lo sguardo pensante del cine-occhio.

 

Dopo “Solo”, cosa bolle in pentola? Nuova musica, nuove date, nuove collaborazioni?

 

Stiamo già lavorando alle registrazioni del nuovo progetto e alle prossime installazioni. Già nell’anno nuovo speriamo di potervi fare ascoltare qualcosa.

 

Se poteste lanciare un messaggio agli ascoltatori della nostra webradio, quale sarebbe?

 

Ascoltate musica vera.

 

 
 
 

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