
Ci siamo lasciati alle spalle la prima serata del Festival e siamo in attesa della seconda che, forse, ci consentirà di rivedere alcune delle impressioni che abbiamo avuto ascoltando i brani per la prima volta; ascoltare ventinove canzoni non è per nulla esercizio semplice e, spesso, ci si lascia influenzare dal preconcetto che si ha nei confronti dell' artista senza valutare a pieno il brano che interpreta.
Per quanto sia vero ciò che ho scritto non credo che la mia opinione si discosterà molto da quella che ho avuto " a caldo", e il motivo è molto semplice, l' appiattimento generale del Festival, anzi, della gran parte della musica italiana, fa sì che sia davvero difficile poter rivalutare brani che sembrano essere usciti in serie da una "fabbrica di canzoni" in cui lavorano sempre i soliti 8/10 "parolieri" e che vengono prodotti e arrangiati in modo pressoché identico tra loro, tant'è che non si fatica a pensare che la canzone di un cantante potrebbe benissimo essere affidata ad un altro concorrente.
Alla luce di tutto ciò è ovvio che gli artisti che hanno suscitato un minimo di interesse si possono contare sulle dita di una mano, ed è di questi che voglio scrivere.
Il primo è sicuramente Simone Cristicchi che mette in musica una vera e propria poesia su di un tema, l' Alzheimer, che poetico decisamente non è. Ormai Cristicchi non è una sorpresa, almeno non per me, Cristicchi è una certezza nel panorama cantautorale, e teatrale, italiano; riesce sempre a a trovare la chiave giusta per trattare ogni tema in maniera "spensierata" e, senza che tu te ne accorga, ti trovi a pensare e ad entrare in un mondo che magari non ti appartiene ma nel quale non provi alcun timore.
Il secondo è Lucio Corsi, aria stralunata e trucco a metà tra Ziggy Stardust e Pierrot, che passa con disinvoltura dal pianoforte alla chitarra mentre canta in maniera misurata ed elegante un testo apparentemente semplice, mi aspettavo molto da lui e non mi ha per nulla deluso.
Proposta interessante anche quella di Serena Brancale, cantante che non conoscevo e che è molto distante dalla mia comfort-zone ma che ha portato sul palco dell'Ariston la proposta più originale sentita in questa edizione, attenzione, originale ma per nulla fuori contesto.
Altra proposta che non mi ha deluso, ma nemmeno convinto a pieno, è quella di Joan Thiele, non mi ha deluso perché ha portato al Festival un brano che dimostra a pieno quanto sia brava a scrivere e a cantare, cosa non proprio scontata di questi tempi... La cosa che non mi ha convinto è stata la sua vocalità nelle parti sussurrate che sono risultate poco comprensibili, emozione? magari sì, lo scopriremo riascoltandola nei prossimi giorni, per quanto riguarda invece le parti da cantare a piena voce nulla da dire, anzi, è stata perfetta e ci ha fatto sentire un timbro davvero interessante.
Per ultimo metto una coppia di artisti che, solitamente, non sopporto, Fedez e Achille Lauro.
Entrambi sono stati molto al di sopra delle mie attese e, senza strafare, sono riusciti a discostarsi da quel che sono i loro personaggi mettendo in primo piano le loro emozioni più intime all'interno di testi per nulla banali.
Sarà un caso ma tutti quelli he mi hanno colpito positivamente si sono scritti, o hanno collaborato alla scrittura, del brano proposto.
Per tutti gli altri vi lascio leggere a questo link le pagelle della prima serata
Buon Sanremo2025
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